martedì 10 marzo 2009


Una lezione per liceali stravolti!!!!!!
Cosa bisogna inventarsi per attrarre l'attenzione degli alunni!
Questa mattina alle 10 faccio irruzione in classe, ostentando gioia e spontaneità, alla vista di volti smorti, tesi per le prossime tre ore di lezione (Latino, Storia e Filosofia), quasi tutti intenti a sfogliare le pagine di un testo scolastico per carpire qualche paragrafo da "mandare in memoria".

Alcuni docenti hanno deciso di interrogare a tappeto.
Per gli alunni, oggi, una vera tragedia quella messa in atto da alcune proff. senza cuore!
Timidamente e fingendo di non sapere, domando: "Come va, ragazzi?"
- E loro: "Male prof!"

- "Ho capito" - pensavo - "questi hanno ben altro a cui pensare".
Ed io che mi ero preparato fino a notte fonda - visto che siamo in Quaresima - un'articolata lezione sulla percezione del peccato nei tempi moderni!!!
Non potevo rimproverarmi di nulla; il mio dovere l' avevo fatto.
Non ci si presenta impreparati in classe!
Purtroppo in quel momento mi rendevo conto che questo non bastava. Che fare allora?
O agire d'autorità ("ragazzi, mi dispiace, qui devo fare lezione; non si deve sacrificare sempre il prof. di religione, con un'ora alla settimana, poi?!") oppure usare una strategia distensiva e coinvolgente del tipo: "ragazzi, cosa posso fare per voi?"
- E loro: "Prof, portateci fuori per 3 ore, oppure inventatevi un film da farci vedere!"
- "Un film da vedere?" - replico - "e perchè non invece un film da fare?"
Improvvisamente noto che l'attenzione di tutti si volge verso di me.
- "Un film?!?" - mi chiedono.
-"Sì, un film. Io propongo il soggetto e voi lo interpretate; vediamo ... cosa potrebbe proporre un prof di religione?"
- "Cristo" propone uno;
- "il diavolo" fa un altro;
- "no, la pace", "la libertà", " la tentazione"... aggiungono altri.
- "IL PECCATO" - esclama una fanciulla.
- "Miracolo!" ripeto fra me e me.
- "Ok, ragazzi, io direi di fare "il peccato nella Bibbia", oppure "La percezione del peccato oggi".
- "Sì, quello di Adamo ed Eva!" - suggerisce un ragazzo;
-"Ma no, quello di Caino" propone un'altra.
Alla fine ci si accorda per il primo, magari per l'altro si penserà in un prossimo incontro. Intanto si scelgono gli attori: tre maschi, gli unici presenti in una classe di donne, che dovranno interpretare Dio, Caino e Abele.
Dopo 3 minuti di preparazione del canovaccio, qualcuno pronuncia il ciak si gira.
Com'è andata? Beh, pensavo che sarebbe finita in barzelletta, invece .... l'espediente l'ho trovato interessante. Abele non ha fatto granchè, il fratricidio si è consumato dietro la lavagna.
L'attenzione era concentrata sul botta e risposta tra Dio e Caino.
Dall'improvvisazione è emerso pressapoco questo:
Più che un giudice, Dio sembrava uno sbirro preoccupato di cavar la verità da Caino; quest'ultimo invece appariva privo di tormento, infastidito e con un'aria sfuggente, come a voler dire: "Cosa c'entri tu, Dio, negli affari di famiglia? Dove sia andato mio fratello, non ne so nulla!"
A conclusione della fiction mi è sembrato opportuno sottolineare come il finale esprima la metafora dei tempi moderni, che vuole estraniare Dio alle vicende umane, considerato dall'uomo d'oggi un controllore, un prevaricatore della privacy e oppressore della libertà dell'uomo; insomma un grande fratello ante litteram.
Non si può non riconoscere che il senso del peccato, nel nostro mondo, si è notevolmente affievolito, per non dire che è totalmente scomparso.
"Nel diciannovesimo secolo il problema era che Dio è morto; nel ventesimo secolo il problema è che l'uomo è morto". (Erich Fromm)



1 commento:

  1. bello prof. facciamolo anche noi un film!!magari facciamo pure un gemellaggio con le altre classi..così io e naza siamo contente..non sò se mi spiego.....dimostriamo che l'uomo di oggi non è morto e che c'è ancora speranza!..nunzia IB..

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