martedì 31 marzo 2009


GRANDE EVENTO A STORNARA
NON ANDARE VIA SIGNORE

Signore, se la porta del mio cuore dovesse restare chiusa un giorno,
abbattila ed entra, non andare via.
Se le corde del mio cuore, non dovessero cantare il tuo nome un giorno,
ti prego aspetta, non andare via.
Se non dovessi svegliarmi al tuo richiamo un giorno,
svegliami con la tua pena..non andare via.
Se un altro sul tuo trono io dovessi porre un giorno,
tu, mio Signore eterno, non andare via.
Rabindranath Tagore

lunedì 30 marzo 2009

Essere intelligenti ...
Nel romanzo di Mark Haddon "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte", si narra la storia di un ragazzo quindicenne affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo.
Il protagonista, rispondendo ad un tale che lo riteneva intelligente, gli risponde che l'intelligenza non c'entra affatto, si tratta semplicemente di essere dei buoni osservatori. "Essere intelligenti vuol dire guardare le cose per ciò che sono e utilizzare l'evidenza dei fatti per elaborare qualcosa di nuovo".

Mark Haddon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Giulio Einaudi, 2003 Torino.

mercoledì 25 marzo 2009

DIO E' MORTO?

Gesù è morto 2000 anni fa sulla croce, ma continua a risorgere ancora oggi nel cuore e nelle attese di molti giovani!
E' così anche per te?
(clicca sul titolo e guarda il video)

martedì 24 marzo 2009





Il 65° Anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine

Il 24 marzo del 1944 trecentotrentacinque persone vennero massacrati alle Fosse Ardeatine dai soldati tedeschi. L'eccidio fu la risposta all'attacco partigiano contro le truppe tedesche avvenuto in via Rasella che provocò la morte di 32 militari. Il comando nazista fucilò 10 ostaggi per ogni tedesco ucciso.
La foto è scattata da Lucius
Mobilità del personale docente di religione cattolica - Anno scolastico 2009/2010

Termini
- presentazione delle domande: dal 30 marzo al 28 aprile p.v.
- invio all'USR, da parte dei Dirigenti scolastici, delle domande e della documentazione necessaria per la costituzione della graduatoria unica regionale: 8 maggio 2009 - comunicazione agli interessati del punteggio attribuito: entro il 4 giugno 2009
- presentazione di eventuali reclami: entro 5 giorni dalla ricezione
- pubblicazione da parte dell'Direttore regionale della graduatoria unica regionale degli insegnanti di religione cattolica, suddivisa per diocesi: 22 giugno 2009
- revoca delle domande: 15 giugno 2009.
- pubblicazione di tutti i movimenti: 30 giugno 2009
O. M. n. 36 del 23 marzo 2009

lunedì 23 marzo 2009


POVERO GIUDA!

La riflessione è di don Primo Mazzolari

fatta il Giovedì Santo del 1958 a Bozzolo


"Povero Giuda. Che cosa gli sia passato nell’anima io non lo so. E’ uno dei personaggi più misteriosi che noi troviamo nella Passione del Signore. Non cercherò neanche di spiegarvelo, mi accontento di domandarvi un po’ di pietà per il nostro povero fratello Giuda. Non vergognatevi di assumere questa fratellanza. Io non me ne vergogno, perché so quante volte ho tradito il Signore; e credo che nessuno di voi debba vergognarsi di lui. E chiamandolo fratello, noi siamo nel linguaggio del Signore. Quando ha ricevuto il bacio del tradimento, nel Getsemani, il Signore gli ha risposto con quelle parole che non dobbiamo dimenticare: "Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo!"

Amico! Questa parola che vi dice l’infinita tenerezza della carità del Signore, vi fa’ anche capire perché io l’ho chiamato in questo momento fratello. Aveva detto nel Cenacolo non vi chiamerò servi ma amici. Gli Apostoli son diventati gli amici del Signore: buoni o no, generosi o no, fedeli o no, rimangono sempre gli amici. Noi possiamo tradire l’amicizia del Cristo, Cristo non tradisce mai noi, i suoi amici; anche quando non lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di Lui, anche quando lo neghiamo, davanti ai suoi occhi e al suo cuore, noi siamo sempre gli amici del Signore. Giuda è un amico del Signore anche nel momento in cui, baciandolo, consumava il tradimento del Maestro.

Vi ho domandato: come mai un apostolo del Signore è finito come traditore? Conoscete voi, o miei cari fratelli, il mistero del male? Sapete dirmi come noi siamo diventati cattivi? Ricordatevi che nessuno di noi in un certo momento non ha scoperto dentro di sé il male. L’abbiamo visto crescere il male, non sappiamo neanche perché ci siamo abbandonati al male, perché siamo diventati dei bestemmiatori, dei negatori. Non sappiamo neanche perché abbiamo voltato le spalle a Cristo e alla Chiesa. Ad un certo momento ecco, è venuto fuori il male, di dove è venuto fuori? Chi ce l’ha insegnato? Chi ci ha corrotto? Chi ci ha tolto l’innocenza? Chi ci ha tolto la fede? Chi ci ha tolto la capacità di credere nel bene, di amare il bene, di accettare il dovere, di affrontare la vita come una missione. Vedete, Giuda, fratello nostro! Fratello in questa comune miseria e in questa sorpresa!

Qualcheduno però, deve avere aiutato Giuda a diventare il Traditore. C’è una parola nel Vangelo, che non spiega il mistero del male di Giuda, ma che ce lo mette davanti in un modo impressionante: "Satana lo ha occupato". Ha preso possesso di lui, qualcheduno deve avervelo introdotto. Quanta gente ha il mestiere di Satana: distruggere l’opera di Dio, desolare le coscienze, spargere il dubbio, insinuare l’incredulità, togliere la fiducia in Dio, cancellare il Dio dai cuori di tante creature. Questa è l’opera del male, è l’opera di Satana. Ha agito in Giuda e può agire anche dentro di noi se non stiamo attenti. Per questo il Signore aveva detto ai suoi Apostoli là nell’ orto degli ulivi, quando se li era chiamati vicini: "State svegli e pregate per non entrare in tentazione".

E la tentazione è incominciata col denaro. Le mani che contano il denaro. Che cosa mi date? Che io ve lo metto nelle mani? E gli contarono trenta denari. Ma glieli hanno contati dopo che il Cristo era già stato arrestato e portato davanti al tribunale. Vedete il baratto! L’amico, il maestro, colui che l’aveva scelto, che ne aveva fatto un Apostolo, colui che ci ha fatto un figliolo di Dio; che ci ha dato la dignità, la libertà, la grandezza dei figli di Dio. Ecco! Baratto! Trenta denari! Il piccolo guadagno. Vale poco una coscienza, o miei cari fratelli, trenta denari. E qualche volta anche ci vendiamo per meno di trenta denari. Ecco i nostri guadagni, per cui voi sentite catalogare Giuda come un pessimo affarista.

C’è qualcheduno che crede di aver fatto un affare vendendo Cristo, rinnegando Cristo, mettendosi dalla parte dei nemici. Crede di aver guadagnato il posto, un po’ di lavoro, una certa stima, una certa considerazione, tra certi amici i quali godono di poter portare via il meglio che c’è nell’anima e nella coscienza di qualche loro compagno. Ecco vedete il guadagno? Trenta denari! Che cosa diventano questi trenta denari?

Ad un certo momento voi vedete un uomo, Giuda, siamo nella giornata di domani, quando il Cristo sta per essere condannato a morte. Forse Lui non aveva immaginato che il suo tradimento arrivasse tanto lontano. Quando ha sentito il crucifigge, quando l’ha visto percosso a morte nell’atrio di Pilato, il traditore trova un gesto, un grande gesto. Va’ dov’erano ancora radunati i capi del popolo, quelli che l’avevano comperato, quella da cui si era lasciato comperare. Ha in mano la borsa, prende i trenta denari, glieli butta, prendete, è il prezzo del sangue del Giusto. Una rivelazione di fede, aveva misurato la gravità del suo misfatto. Non contavano più questi denari. Aveva fatto tanti calcoli, su questi denari. Il denaro. Trenta denari. Che cosa importa della coscienza, che cosa importa essere cristiani? Che cosa ci importa di Dio? Dio non lo si vede, Dio non ci da’ da mangiare, Dio non ci fa’ divertire, Dio non da’ la ragione della nostra vita. I trenta denari. E non abbiamo la forza di tenerli nelle mani. E se ne vanno. Perché dove la coscienza non è tranquilla anche il denaro diventa un tormento.

C’è un gesto, un gesto che denota una grandezza umana. Glieli butta là. Credete voi che quella gente capisca qualche cosa? Li raccoglie e dice: "Poiché hanno del sangue, li mettiamo in disparte. Compereremo un po’ di terra e ne faremo un cimitero per i forestieri che muoiono durante la Pasqua e le altre feste grandi del nostro popolo".

Così la scena si cambia, domani sera qui, quando si scoprirà la croce, voi vedrete che ci sono due patiboli, c’è la croce di cristo; c’è un albero, dove il traditore si è impiccato. Povero Giuda. Povero fratello nostro. Il più grande dei peccati, non è quello di vendere il Cristo; è quello di disperare. Anche Pietro aveva negato il Maestro; e poi lo ha guardato e si è messo a piangere e il Signore lo ha ricollocato al suo posto: il suo vicario. Tutti gli Apostoli hanno abbandonato il Signore e son tornati, e il Cristo ha perdonato loro e li ha ripresi con la stessa fiducia. Credete voi che non ci sarebbe stato posto anche per Giuda se avesse voluto, se si fosse portato ai piedi del calvario, se lo avesse guardato almeno a un angolo o a una svolta della strada della Via Crucis: la salvezza sarebbe arrivata anche per lui.

Povero Giuda. Una croce e un albero di un impiccato. Dei chiodi e una corda. Provate a confrontare queste due fini. Voi mi direte: "Muore l’uno e muore l’altro". Io però vorrei domandarvi qual è la morte che voi eleggete, sulla croce come il Cristo, nella speranza del Cristo, o impiccati, disperati, senza niente davanti.

Perdonatemi se questa sera che avrebbe dovuto essere di intimità, io vi ho portato delle considerazioni così dolorose, ma io voglio bene anche a Giuda, è mio fratello Giuda. Pregherò per lui anche questa sera, perché io non giudico, io non condanno; dovrei giudicare me, dovrei condannare me. Io non posso non pensare che anche per Giuda la misericordia di Dio, questo abbraccio di carità, quella parola amico, che gli ha detto il Signore mentre lui lo baciava per tradirlo, io non posso pensare che questa parola non abbia fatto strada nel suo povero cuore. E forse l’ultimo momento, ricordando quella parola e l’accettazione del bacio, anche Giuda avrà sentito che il Signore gli voleva ancora bene e lo riceveva tra i suoi di là. Forse il primo apostolo che è entrato insieme ai due ladroni. Un corteo che certamente pare che non faccia onore al figliolo di Dio, come qualcheduno lo concepisce, ma che è una grandezza della sua misericordia.

E adesso, che prima di riprendere la Messa, ripeterò il gesto di Cristo nell’ ultima cena, lavando i nostri bambini che rappresentano gli Apostoli del Signore in mezzo a noi, baciando quei piedini innocenti, lasciate che io pensi per un momento al Giuda che ho dentro di me, al Giuda che forse anche voi avete dentro. E lasciate che io domandi a Gesù, a Gesù che è in agonia, a Gesù che ci accetta come siamo, lasciate che io gli domandi, come grazia pasquale, di chiamarmi amico.

La Pasqua è questa parola detta ad un povero Giuda come me, detta a dei poveri Giuda come voi. Questa è la gioia: che Cristo ci ama, che Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi ci disperiamo. Anche quando noi ci rivolteremo tutti i momenti contro di Lui, anche quando lo bestemmieremo, anche quando rifiuteremo il Sacerdote all’ultimo momento della nostra vita, ricordatevi che per Lui noi saremo sempre gli amici".

domenica 22 marzo 2009




Il Dio che fa la differenza!












Riporto alcune frasi piene di ardore che il Papa ha rivolto ai giovani in Angola, guardando ai giovani di tutto il pianeta. L'intero discorso si può vedere in:
http://magisterobenedettoxvi.blogspot.com/

"Sì, miei cari amici! Dio fa la differenza… Di più! Dio ci fa differenti, ci fa nuovi....
può farsi nostro compagno nel presente, portando il libro dei nostri giorni nella sua mano: in essa sostiene fermamente il passato, con le sorgenti e le fondamenta del nostro essere; in essa custodisce gelosamente il futuro, lasciandoci intravedere l’alba più bella di tutta la nostra vita che da lui irradia, ossia la risurrezione in Dio".
Amici che mi ascoltate, il futuro è Dio. ..."
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me"...
Perciò non abbiate paura di prendere decisioni definitive...."
Non sarà che io, con una decisione definitiva, mi gioco la mia libertà e mi lego con le mie stesse mani?». Tali sono i dubbi che vi assalgono e l’attuale cultura individualistica e edonista li esaspera. Ma quando il giovane non si decide, corre il rischio di restare un eterno bambino!..."
Io vi dico: Coraggio! Osate decisioni definitive, perché in verità queste sono le sole che non distruggono la libertà, ma ne creano la giusta direzione, consentendo di andare avanti e di raggiungere qualcosa di grande nella vita..."

venerdì 20 marzo 2009




Cosa spinge un giovane di oggi a farsi prete o suora?

Prova a dare un'occhiata a queste due storie di vocazione davvero particolari.
Suor Anna, che prima di prendere i voti ballava nelle discoteche e don Marco, dal soprannome simbolico di don Spritz, conquistato sul campo dalla
sua attività di oratore nei luoghi di incontro dei ragazzi: i pub.
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Proviamo a confrontarci con l'amore secondo Paolo
NORMATIVA IRC
Un servizio ricavato da un sito amico, utile per i miei colleghi di religione.

Ciò che i tuoi alunni vorrebbero dirti

1. Cerca di essere coerente: altrimenti rimaniamo disorientati e non sappiamo più come comportarci.

2. Cerca di non umiliarci di fronte ai nostri compagni: impareremo meglio se parlerai con noi tranquillamente a quattr'occhi.

3. Evita di usare troppe minacce: potremmo imparare che il potere è tutto ciò che conta.

4. Evita di punirci dandoci più compiti, altrimenti impareremo ad odiare i compiti e anche tu ci diventerai odioso/a.

5. Evita di farci troppe prediche: impareremo più dagli esempi che dalle parole.

6. Evita di farci sentire in colpa per i nostri errori: impareremo meglio ad evitare gli errori se non avremo la sensazione di essere persone sbagliate.

7. Ricorda che non apparirai ridicolo se ti scusi con noi: una scusa leale ci farà provare molta simpatia per te.

8. Cerca di non urlare continuamente: se lo fai, noi ci abitueremo alle tue urla e tu dovrai urlare sempre di più.

9. Cerca di non intimorirci, altrimenti ci incoraggerai a mentire.

10. Evita di zittirci quando facciamo domande: se lo fai, distruggerai la nostra curiosità.

11. Cerca di notare anche i nostri aspetti positivi: saremo spinti a migliorare sempre di più.



Come un insegnante può uccidere la voglia di imparare dell'alunno

1. Assumere un atteggiamento arrogante e intollerante.

2. Svalutare l'alunno o ricorrere ad offese personali.

3. Ricorrere frequentemente a minacce e a punizioni.

4. Incoraggiare un clima competitivo in cui qualcuno emerge a scapito degli altri.

5. Trascurare di valorizzare l'alunno e di incoraggiarlo.

6. Far apparire una materia la più difficile e la più impegnativa di tutte.

7. Caricare di compiti per casa superflui.

8. Ignorare i piccoli sforzi e i piccoli successi dell'alunno.

9. Fare continui paragoni e confronti tra gli alunni.

10. Ricorrere all'ironia umiliando e mettendo in ridicolo l'alunno.

11. Trattare in modo non equo gli alunni privilegiando i propri "pupilli".

(fonte: personale home page del Prof. Gabriele Chiesa)

giovedì 19 marzo 2009


In memoria di don GIUSEPPE DIANA

Alle 7.30 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, don Giuseppe Diana viene assassinato nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, mentre si accingeva a celebrare la Santa Messa. Due killer lo affrontano con una pistola calibro 7.65. I quattro proiettili vanno tutti a segno, due alla testa, uno in faccia e uno alla mano, Don Peppe muore all'istante. L'omicidio, di puro stampo camorristico, fece scalpore in tutta Italia. Un messaggio di cordoglio venne pronunciato anche da Giovanni Paolo II durante l'Angelus. Don Peppe visse negli anni del dominio assoluto della camorra casalese, legata principalmente al boss Francesco Schiavone detto Sandokan. Gli uomini del clan controllavano non solo i traffici illeciti, ma si erano infiltrati negli enti locali e gestivano fette rilevanti di economia legale, tanto da diventare "camorra imprenditrice".

Il barbaro omicidio, dicono gli atti processuali, maturò in un momento di crisi della camorra casalese. In questo periodo, una fazione del clan ordinò l'omicidio di don Peppe, personaggio molto esposto sul fronte antimafia, per far intervenire la repressione dello Stato contro la banda che ormai aveva vinto la guerra per il controllo del territorio.

da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

mercoledì 18 marzo 2009


Osare oltre

Riflessioni fatte in II D
"Osare oltre significa varcare la soglia della conoscenza acquisita per capire gli altri diversi da te e dal tuo pensiero ...."
"L'uomo, ribellandosi a Dio, fa l'esperienza della nudità e della solitudine che cerca di coprire e colmare con il libero arbitrio. La libertà per lui è l'unico mantello che dà forma al suo essere; basta una folata di vento per rimetterlo nella nudità e nella solitudine!".

martedì 17 marzo 2009

Quaresima essenziale
Riposare il proprio cuore in Dio, lasciarsi galleggiare sulle acque sicure, amare la vita così come si presenta, col suo corteo di asperità. Dare, senza contare gli anni che ci restano da vivere… L’essenziale, di fronte a chiunque, è sempre il comprendere tutto di lui e, quando si riesce a comprendere l’altro, è una festa.
frère Roger Schutz
http://ernestodiaco.splinder.com/post

lunedì 16 marzo 2009



Il peccato, questo sconosciuto

Oggi in una classe del II liceo classico, introducendo l'argomento "la percezione del 'peccato' tra i giovani" e, partendo da una simulazione biblica dell'episodio di Caino ed Abele fatta in un'altra classe, ho chiesto agli alunni di scegliere tra le seguenti opzioni, scrivendo un commento :
  • Errare humanum est.
  • Tutto ciò che è umano non è da considerarsi peccato.
  • Cosa c'entra Dio con la vita dell'uomo.

Può tornare utile la lettura dell'editoriale che si trova su: www.korazym.org

domenica 15 marzo 2009


"Le tue, Signore, sono parole di vita eterna.
Le leggi del Signore sono perfette: risollevano l’anima.
I Suoi verdetti sono sicuri: danno saggezza ai semplici.
I Suoi ordini sono giusti: riempiono di gioia il CUORE.
I suoi comandamenti sono limpidi: illuminano gli occhi.
L’amore di Dio è puro: dura per sempre.
I giudizi del Signore sono fedeli e SINCERI: sempre giusti.
Le sue parole sono più preziose dell’oro: e più dolci del miele !"
Sal 18, 8-11

Scuola, CdM approva Regolamento sulla valutazione:
voti numerici in tutte le materie e
nuovi criteri attribuzione voto condotta.

sabato 14 marzo 2009


Sorridi sempre, anche se è un sorriso triste, perché più triste di un sorriso triste c'è la tristezza di non saper sorridere.
Jim Morrison



Vivo per lei

Vivo per lei perché oramai io non ho altra via d'uscita perché la musica lo sai davvero non l'ho mai tradita, vivo per lei perché mi da pause e note in libertà, ci fosse un'altra vita la vivo, la vivo per lei

"La musica è la miglior medicina dell’anima... può donare delle ali ai vostri pensieri e illuminare la vostra anima di una luce eterna". Platone

venerdì 13 marzo 2009


I giovani? Più look che rock
«Oggi è troppo importante es­sere famosi, quarant’anni fa era decisivo diventare buoni musicisti. Industria e tv condizionano in modo negativo i giovani. Ma dopo che co­struendosi un’immagine patinata si è pas­sati davanti alle telecamere, cosa rimane se non si è studiato? »
Ian Gillan di suc­cesso nel rock ne sa assai. Sono infatti pas­sati quarant’anni esatti dal suo ingresso negli storici Deep Purple, di cui è stato la voce per i dischi migliori, titoli impre­scindibili come Machine Head, Fireball, In rock. Ed ancora oggi, dietro un’ineffa­bile aria da gentiluomo inglese di 64 an­ni, Gillan è protagonista sulla scena mon­diale. Nella band e con i suoi progetti so­listi: l’ultimo dei quali, One eye to Moroc­co, uscirà venerdì prossimo tra rock, blues e soul, con un paio di nuove perle ( It would be nice, Better days). Intanto però l’artista non le manda a dire, alle nuove generazioni che dal passato prendono spesso solo un look da ribelli. "Anche noi volevamo ribellarci: ma sapendo che i cambiamenti nascono da basi solide. Van­dalizzando la storia non c’è futuro.
fonte: Avvenire del 01/03/2009


«È chiaro che la moltiplicazione dei partiti a tutta prima lusinga la vanità degli imbecilli. Dona loro l'illusione di scegliere.»

Georges Bernanos


Così risorgeremo!

«Dio nella sua onnipo­tenza restituirà defini­tivamente la vita in­corruttibile ai nostri corpi riunen­doli alle nostre anime, in forza del­la risurrezione di Gesù». Così il Ca­techismo della Chiesa Cattolica ri­badisce la verità dogmatica della ri­surrezione della carne.
Adrea Galli su Avvenire del 13 Marzo 2009 espone le opinioni di alcuni teologi sulle sem­bianze e le qualità dei nostri corpi risorti.

"Non molesterai il forestiero
né lo opprimerai

perché voi siete stati forestieri
in terra di Egitto”

(Esodo, 22,20)

".... Noi missionari/e sentiamo il dovere di reagire e protestare contro la strage in atto nel Mediterraneo e le leggi razziste contro gli immigrati che arrivano sulle nostre coste. È una tragedia questa, che non ci può lasciare indifferenti: migliaia e migliaia di africani che tentano di attraversare il Mare nostrum per arrivare nell’agognato "Eden". Un viaggio che spesso si conclude tragicamente. Dal 2002 al 2008 sono morti, in maggioranza scomparsi in mare, 42 mila persone, secondo la ricerca condotta a Lampedusa da Giampaolo Visetti, giornalista di La Repubblica. Trecento persone al giorno! Il più grande massacro europeo dopo la II Guerra Mondiale che si consuma sotto i nostri occhi..."
"A volte si ha l’impressione di essere sommersi dal male.
E che anche le denunce servano a poco,
perché le stesse parole sembrano svuotate di significato.
Ma guai a rinunciare a “sognare”.

Genevieve Makaping

La storiella raccontatami da Buddha

Vi propongo dom Hélder Câmara,
Arcivescovo di Olinda e Recife dal 1964 al 1985, morto nell’agosto 1999, era nato il 7 febbraio 1909.
Papa Giovanni Paolo II, durante la visita a Recife, lo abbracciò dicendo: "Fratello dei poveri, fratello mio".
E' riconosciuto come uno delle più grandi figure del cattolicesimo del '900. Il Sunday times lo ha definito "l'uomo più influente dell'America Latina dopo Fidel Castro". Scomparso il 27 agosto 1999.
Di sè' ha detto: "Quando do da mangiare a un povero tutti mi chiamano santo; ma quando chiedo perchè i poveri non hanno cibo, allora mi chiamano comunista".
In occasione del centenario della sua nascita “ci invia” un messaggio dal paradiso.
che potete trovare in: www.nigrizia.it/doc.asp?ID=11786

"In un mercato dell’India, una donna stava rovistando tra gli scarti di frutta e verdura, come se stesse cercando qualcosa. Alcuni le si avvicinarono e le chiesero: «Cosa cerchi?». E lei: «Un ago». Qualcuno fu lì lì per dirle che non c’era bisogno di dannarsi l’anima per un oggetto di così scarso valore. Ma quando lei spiegò che si trattava di un ago d’oro, molti altri si unirono alla ricerca. Ma dell’ago neppure l’ombra. A un certo punto, un uomo le chiese: «Non ricordi il posto esatto in cui l’hai smarrito?». E lei: «A dire il vero, non l’ho perso qui al mercato, ma a casa». Facile immaginare l’indignazione di tutti: «A casa? E allora perché vieni a cercarlo qui?». La donna replicò: «Sto facendo esattamente quello che fate voi: cercate la felicità nelle cose esteriori, pur sapendo che si può trovare solo nella vita interiore".

La crisi del dio-mercato
di Frei Betto

"Per definire il capitalismo oggi si ricorre spesso al concetto di liberismo. Ma cosa significa? L’essenza del capitalismo sta nel progressivo accumulo del capitale in mani private. I beni non hanno tanto un valore d’uso, quanto un valore di scambio; non servono per vivere, ma per essere venduti. Nel capitalismo il denaro — un’astrazione del valore — sulla scala dei valori viene prima dei diritti e bisogni delle persone ...".
Provocazione!

Cari fratelli voglio presentarmi, sono la realtà di questo mondo e sono venuta a voi perché vi rendiate conto di dove vivete, perché, per quanto vedo, avete gli occhi un po’ chiusi, e forse non vi rendete conto che....

Questa nostra società privilegia i forti, coloro che hanno possibilità, gli svegli, i ricchi, i potenti e lascia da parte coloro che non sono così o non possono stare al passo con essi.

Privilegia il titolo più che la persona, ciò che uno possiede e non ciò che è.

In tale situazione il fratello è praticamente inutile. Non è preparato come i professionisti, non sa tutto come i saggi, non ha i soldi dei ricchi, e la forza dei potenti e del suo titolo a nessuno importa; inoltre gli chiedono quando ti ordineranno?

Si dice che l’unica cosa che possiede un fratello è la sua fraternità, la sua capacità di essere fratello di ogni persona che incontra sul suo cammino. Dicono anche che questa fraternità non è sua, ma gli viene dal suo incontro con un Dio.

Inoltre il dono di questo Dio non è per uno solamente, ma si deve condividere con gli altri, e questo, scusate, non si addice ad uno stile di vita capitalista, neoliberale e globalizzato. In questo modo mai potrà diventare ricco.

A proposito di ricchi... Si dice che il fratello abbia fatto voto di povertà, castità e obbedienza. E perché?

Il meglio di questa vita è aver soldi per possedere tutto, per fare ciò che uno vuole.

Casto, quando la cosa più divertente di questo mondo è poter divertirsi con tutte.

E obbediente? Obbedire ad altri? A un Dio che non si vede? Permettetemi. Io. Solo io so quando, come e perché devo fare ciò che faccio. Non dipendo da nessuno!

Poniti bene in testa che la fraternità è ciò che questo mondo diviso e minacciato non vuole, perché essa porrebbe in discussione la sua stessa maniera d’essere e di vivere la vita. Vivere una utopia come quella della fraternità non riempie di certo la pancia e inoltre, come utopia, non può essere condivisa e intesa da tutti.

Ciò che vale sono i soldi, i titoli, il potere; questo tutto il mondo desidera avere.

Il fratello, perciò, è inutile.

Dimmi a che serve il fratello !?

Fratel Marco Binaghi
da http://www.giovaniemissione.it/spiritualita/mansfide01.htm

giovedì 12 marzo 2009


"Dimmi, e io dimentico. Mostrami, e io ricordo. Coinvolgimi e io imparo"
(Benjamin Franklin)

martedì 10 marzo 2009


Una lezione per liceali stravolti!!!!!!
Cosa bisogna inventarsi per attrarre l'attenzione degli alunni!
Questa mattina alle 10 faccio irruzione in classe, ostentando gioia e spontaneità, alla vista di volti smorti, tesi per le prossime tre ore di lezione (Latino, Storia e Filosofia), quasi tutti intenti a sfogliare le pagine di un testo scolastico per carpire qualche paragrafo da "mandare in memoria".

Alcuni docenti hanno deciso di interrogare a tappeto.
Per gli alunni, oggi, una vera tragedia quella messa in atto da alcune proff. senza cuore!
Timidamente e fingendo di non sapere, domando: "Come va, ragazzi?"
- E loro: "Male prof!"

- "Ho capito" - pensavo - "questi hanno ben altro a cui pensare".
Ed io che mi ero preparato fino a notte fonda - visto che siamo in Quaresima - un'articolata lezione sulla percezione del peccato nei tempi moderni!!!
Non potevo rimproverarmi di nulla; il mio dovere l' avevo fatto.
Non ci si presenta impreparati in classe!
Purtroppo in quel momento mi rendevo conto che questo non bastava. Che fare allora?
O agire d'autorità ("ragazzi, mi dispiace, qui devo fare lezione; non si deve sacrificare sempre il prof. di religione, con un'ora alla settimana, poi?!") oppure usare una strategia distensiva e coinvolgente del tipo: "ragazzi, cosa posso fare per voi?"
- E loro: "Prof, portateci fuori per 3 ore, oppure inventatevi un film da farci vedere!"
- "Un film da vedere?" - replico - "e perchè non invece un film da fare?"
Improvvisamente noto che l'attenzione di tutti si volge verso di me.
- "Un film?!?" - mi chiedono.
-"Sì, un film. Io propongo il soggetto e voi lo interpretate; vediamo ... cosa potrebbe proporre un prof di religione?"
- "Cristo" propone uno;
- "il diavolo" fa un altro;
- "no, la pace", "la libertà", " la tentazione"... aggiungono altri.
- "IL PECCATO" - esclama una fanciulla.
- "Miracolo!" ripeto fra me e me.
- "Ok, ragazzi, io direi di fare "il peccato nella Bibbia", oppure "La percezione del peccato oggi".
- "Sì, quello di Adamo ed Eva!" - suggerisce un ragazzo;
-"Ma no, quello di Caino" propone un'altra.
Alla fine ci si accorda per il primo, magari per l'altro si penserà in un prossimo incontro. Intanto si scelgono gli attori: tre maschi, gli unici presenti in una classe di donne, che dovranno interpretare Dio, Caino e Abele.
Dopo 3 minuti di preparazione del canovaccio, qualcuno pronuncia il ciak si gira.
Com'è andata? Beh, pensavo che sarebbe finita in barzelletta, invece .... l'espediente l'ho trovato interessante. Abele non ha fatto granchè, il fratricidio si è consumato dietro la lavagna.
L'attenzione era concentrata sul botta e risposta tra Dio e Caino.
Dall'improvvisazione è emerso pressapoco questo:
Più che un giudice, Dio sembrava uno sbirro preoccupato di cavar la verità da Caino; quest'ultimo invece appariva privo di tormento, infastidito e con un'aria sfuggente, come a voler dire: "Cosa c'entri tu, Dio, negli affari di famiglia? Dove sia andato mio fratello, non ne so nulla!"
A conclusione della fiction mi è sembrato opportuno sottolineare come il finale esprima la metafora dei tempi moderni, che vuole estraniare Dio alle vicende umane, considerato dall'uomo d'oggi un controllore, un prevaricatore della privacy e oppressore della libertà dell'uomo; insomma un grande fratello ante litteram.
Non si può non riconoscere che il senso del peccato, nel nostro mondo, si è notevolmente affievolito, per non dire che è totalmente scomparso.
"Nel diciannovesimo secolo il problema era che Dio è morto; nel ventesimo secolo il problema è che l'uomo è morto". (Erich Fromm)