domenica 12 dicembre 2010

Perché papa Benedetto ha improvvisamente deciso di toccare il tema dell'AIDS e del condom? E perché lo ha fatto nel modo in cui l'ha fatto?
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giovedì 18 novembre 2010

giovedì 11 novembre 2010

lunedì 8 novembre 2010

Viaggio d'istruzione Firenze - Siena 2009
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Praga 2010
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Viaggio di istruzione Padova-Venezia 2010
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Visita guidata Venosa-Lagopesole 2010

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“L’INTERCULTURALITÁ E IL DIALOGO RELIGIOSO
NELLE INDICAZIONI MINISTERIALI DELLA SCUOLA ITALIANA”


Perchè tanta insistenza su questo tema? Scarica lo schema della relazione
AGGIORNAMENTO PER GLI IDR SULLA CARITAS IN VERITATE DI BENEDETTO XVI
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Convegno "Sport e cibo: dalla passione all'ossessione"
Progetto sui disturbi del conportamento alimentare realizzato con gli alunni della quinta ginnasio e seconda liceo. Scarica la  presentazione
Photogallery
 

domenica 7 novembre 2010


Una riflessione in aula per gli alunni del quinto anno sulla cosiddetta società "liquida". 
Una sintesi di un'intervista al prof. Zygmunt Baumann
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venerdì 5 novembre 2010

Ho scoperto che esisti

Un soldato russo, durante la disastrosa ritirata del 1943 aveva preso dalle tasche di un suo comandante rimasto ucciso, diverse cose da restituire alla famiglia.
Fra l'altro, c'era anche un foglietto macchiato di sangue su cui erano stati scritti gli ultimi pensieri prima che si compisse il suo tragico destino.
Tali pensieri compendiano nella loro semplicità e vibrante sincerità l'essenza di una breve vita che sta per concludersi travolta dalla violenza della guerra e la folgorante certezza di aver stabilito un contatto, prima mai sentito, con l'immensità del creato e con Dio Creatore.
"Mi senti o Dio? Durante tutta la mia vita non ho mai parlato con te. Tuttavia, oggi, sì, proprio oggi ho bisogno di salutarti. Tu sai che già dalla mia più tenera infanzia non hanno cessato di ripetermi che tu non esisti. Ed io sono stato così sciocco da crederci. Stasera, quando stavo nascosto nel fosso di una granata, vidi il tuo cielo e mi sono reso conto della bellezza della creazione.
Chi avrebbe creduto che per vederti sarebbe bastato stendersi sul dorso! Solo oggi mi accorgo di questa bellezza di fronte all'Abisso che improvvisamente si apre davanti a me, di questo cielo stellato sopra di me, vedo pieno di meraviglia il suo scintillìo. Come ho potuto essere così crudelmente ingannato? Non so Signore, se tu mi tenderai la mano, credo almeno che mi comprenderai.
È un miracolo che al fondo di questo terribile inferno la luce abbia brillato e che io l'abbia intravista. Non ti dico null'altro se non la gioia di sapere che tu esisti.
A mezzanotte abbiamo ricevuto l'ordine di passare all'attacco, ma ora non ho più paura da quando ho scoperto che sei vicino. Ascolta, ecco il segnale! Bisogna purtroppo andare. Eppure sarebbe così bello rimanere qui vicino a te. Voglio dirti presto ancora questo: tu lo sai, il combattimento sarà violento! Può darsi che questa notte io batta alla tua porta, anche se non sono stato mai tuo amico.
Mi permetterai di entrare presso di te? Guarda, si direbbe che io pianga. Tu vedi cosa mi succede! È che i miei occhi si sono aperti. Perdonami, o Dio! Devo andare e certamente non ritornerò più.
Ma quale miracolo! Non ho più paura della morte!"
www.federagione.it

lunedì 1 novembre 2010


NINNA NANNA DELLA GUERRA(...)
Ninna nanna pija sonno,
che se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno.
Fra le spade e li fucili
de li popoli civili.
Ninna nanna, tu non senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che comanna,
che comanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza.
O a vantaggio de una fede,
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar sovrano macellaro;
che quer covo d'assassini
che c'insanguina la tera
sa benone che la guera
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finché dura 'sto macello,
fa la ninna che domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima,
boni amici come prima;
so' cuggini e fra parenti
nun se fanno complimenti!
Torneranno più cordiali
li rapporti personali
e, riuniti infra de loro,
senza l'ombra de un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la pace e sur lavoro
pe' quer popolo cojone
risparmiato dar cannone. Trilussa, 1914
Trilussa (Carlo Alberto Salustri, 1871-19

sabato 30 ottobre 2010

domenica 24 ottobre 2010

Il popolo indifferente

"Quando un popolo è indifferente, allora sorgono le dittature e l’umanità diventa
un gregge solo, appena una turba senza volto; allora il bene è uguale al male, il sacro al profano; e l’amore è unicamente piacere, il male un sacrificio, un peso la libertà e la ricerca".
(David Maria Turoldo)

I luoghi del Caravaggio in Roma
Una visita guidata per gli alunni. 
"Non è possibile stabilire con esattezza i luoghi dove Caravaggio abitò agli inizi della sua permanenza in Roma. Risiedette certamente presso monsignor Pandolfo Pucci di Recanati - "monsignor insalata" - in Palazzo Colonna a piazza Santi Apostoli, poiché Pucci era maestro di casa della nobildonna Camilla Peretti, sorella di papa Sisto V, imparentatasi con Marcantonio III Colonna e poi con Muzio Sforza Colonna. Leggi
 di Andrea Lonardo (da www.gliscritti.it )

giovedì 21 ottobre 2010

RAIMON PANIKKAR
Sacerdote, filosofo, teologo, professore in India, a Madrid, a Roma, ad Harvard..., profondo conoscitore delle religioni che ha vissuto dal di dentro. Ha scritto numerose opere sul dialogo intrareligioso. Si è spento il 27 agosto all'età di 91 anni.


L’Etica del Dialogo (presentazione)


Primo: l’altro esiste "per" ciascuno di noi. E l’altro è il musulmano, l’altro è l’emarginato, l’altro è il marito, l’altro è il bambino, il mondo ecc. Una specie di superamento inconscio del solipsismo.

Secondo: l’altro esiste come soggetto e non soltanto come oggetto. Esiste a sé stante e non mi ha chiesto il permesso di esistere. Neanche la pietra, gli alberi, gli animali. In altre parole: non si possono trasformare le pietre in pane.

Terzo: l’altro non è oggetto di conquista, di conversione, di studi: è (s)oggetto con diritti propri, con lo stesso diritto di interpellarmi, di interrogarmi, che ho io. La relazione è, quindi, biunivoca: il dialogo è dialogo perché non è monologo. Non è soltanto domandare, ma lasciarsi anche interpellare. Per questo c’è una necessità di ascolto, di umiltà, di uguaglianza.

Quarto: anche se io penso che l’altro (e l’altro può essere un sistema religioso o culturale) sbaglia, devo entrare in contatto con lui, altrimenti non c’è dialogo e senza dialogo non c’è pace.

Quinto: la disposizione a dialogare è il principio etico supremo. Se ci si nega al dialogo, si finisce con il divorzio, con la guerra, con la bancarotta, con il disastro.

Sesto: il dialogo deve essere totale. Come dicono gli inglesi: non c’è niente di "non-negocial". Tutto deve essere messo sul tappeto, altrimenti non è dialogo dialogale, non è dialogo umano, è dialogo diplomatico. Si mira a vincere.

Settimo: l’etica è collegata al politico, dipende dal religioso ed è frutto di una cultura.
Tutto ciò relativizza l’etica, ma la rende concreta ed efficace.

Ottavo: l’etica scaturisce dal dialogo religioso e allo stesso tempo ne è la sua causa. È un circolo vitale come tutte le cose ultime.

Nono: nessuno ha il diritto di promulgare un’etica. L’etica non si promulga. Si scopre. E si scopre nel dialogo.
Inoltre in un contesto mondiale qual è quello di oggi a nessuno viene riconosciuto il diritto di promulgare un’etica universale ed assoluta.

Decimo: l’etica contemporanea deve confrontarsi con un "novum" che non si era mai verificato nella storia: il "novum" di tanta gente che muore di fame, di sete, di stenti, di violenza. E che attende una redenzione concreta: non annuncio di principî etici, ma un comportamento operativamente salvifico, purificato di ogni pretesa messianica".

http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/raimonpanikkar/eticacond.htm

martedì 19 ottobre 2010




Vent'anni fa i servizi segreti comunisti uccidevano padre Popieluszko, che divenne subito il simbolo della Polonia libera
Don Jerzy il resistente
Il cappellano di Solidarnosc aveva solo 37 anni.
Dietro il viso da adolescente, una volontà di ferro e passione per la verità
Luigi Geninazzi
Avvenire 19 ottobre 2004


Per la Polonia fu un momento di grande dolore e di composta fierezza. Per il regime comunista semplicemente l'inizio della fine. Il 19 ottobre di vent'anni fa don Jerzy Popieluszko venne sequestrato e assassinato da tre agenti dei servizi segreti che, dopo averlo massacrato di botte, lo gettarono nelle acque gelide della Vistola. Oggi, sulla strada che da Torun conduce a Varsavia, nel punto dove venne rapito, c'è una croce d'abete con l'immagine della Madonna di Czestochowa. Il giallo inquietante tenne la Polonia col fiato sospeso per due settimane. A dare la notizia del rapimento fu l'autista di don Jerzy, Waldemar Chrostowski, un ex paracadutista che riuscì a saltar fuori dall'auto dei sequestratori e a dileguarsi nel bosco. Per lunghi giorni si continuò a sperare che «il cappellano di Solidarnosc» fosse ancora vivo. Fino a quando, il 27 ottobre, il capitano dagli occhi di ghiaccio Grzegorz Piotrowski confessò: «L'ho ucciso io, con le mie mani». Il corpo verrà poi ritrovato nel lago artificiale formato dalla diga di Wloclawek, un centinaio di km a nord di Varsavia. Lo choc fu immenso ma la nazione polacca lo affrontò senza cedere alla rabbia o alla violenza, memore delle parole che padre Jerzy soleva ripetere: «Dobbiamo vincere il male col bene». Chi era don Popieluszko? «Un fanatico politico, un Savonarola dell'anti-comunismo, un tipico esempio del clericalismo militante» l'aveva definito il portavoce del governo Jerzy Urban (oggi editore di una rivista porno-satirica). Il suo nome, insieme con altri sacerdoti vicini a Solidarnosc, stava su una lista nera che venne sottoposta alle autorità ecclesiastiche in vista di una espulsione. Per don Jerzy si profilava un periodo di studio a Roma, lontano dagli operai delle acciaierie Huta Warszawa ai quali era stato assegnato come cappellano dopo l'agosto 1980, data di nascita del libero sindacato. Ma intervenne il Vaticano e don Popieluszko rimase al suo posto. Aveva solo 37 anni ed era già diventato un simbolo per i polacchi, nonostante l'aspetto modesto e il fisico malaticcio. Era un puro di cuore che dietro il viso da adolescente nascondeva una volontà di ferro e una passione incondizionata per la verità. Non era un politicante, anzi si mostrava fin troppo schivo e riservato. Quando una volta gli chiesi un'intervista rifiutò decisamente: «Sono solo un povero prete. Se vuol sapere come la penso venga a sentire quel che dico ai fedeli». Era lì, nella chiesa affollata all'inverosimile di san Stanislao Kostka, nel quartiere operaio di Zoliborz a Varsavia, che don Jerzy una volta al mese celebrava la «Messa per la patria», una tradizione che risaliva all'Ottocento quando la Polonia senza Stato difendeva la sua identità rifugiandosi sotto il manto della Chiesa cattolica. «Poiché con l'instaurazione della legge marziale (introdotta nel dicembre 1981, ndr) ci è stata tolta la libertà di parola, ascoltiamo la voce del nostro cuore e della nostra coscienza» diceva, invitando i polacchi «a vivere nella verità dei figli di Dio, non nella menzogna imposta dal regime». Oltre che di grande coraggio il piccolo don Jerzy era dotato di humour. A conclusione delle Messe per la patria chiedeva ai fedeli di pregare «per coloro che sono venuti qui per dovere professionale», mettendo in imbarazzo gli spioni del Sb, il servizio di sicurezza, che in chiesa si trovavano a loro agio come un sordomuto a un concerto rock. Avevano deciso di fargliela pagar cara. Iniziarono con le minacce, seguirono con le perquisizioni che portarono alla "scoperta" di materiale esplosivo in canonica e all'ordine d'arresto per il «prete sovversivo». Lui manteneva il suo sorriso triste da fanciullino. Fino a quando, la notte del 19 ottobre, gli maciullarono la bocca dopo avergli fracassato il cranio a colpi di manganello. Un delitto compiuto con ferocia bestiale, raccontato nei macabri dettagli dagli assassini nel corso di un drammatico processo. I mandanti non furono mai giudicati. Gli imputati vennero condannati ma ebbero la pena ridotta e sono già usciti tutti dal carcere. È triste ammetterlo, ma sembra che i crimini efferati di quel regime siano rimasti sepolti sotto le macerie del comunismo. Don Jerzy invece continua a vivere: sulla sua tomba si recano in pellegrinaggio milioni di persone che lo venerano come il testimone della resistenza morale e spirituale della nazione polacca. Dal 1997 è in corso la causa di beatificazione che sembra ormai vicina alla conclusione. Eroe della libertà e testimone della fede, don Popieluszko ci appare come «l'autentico profeta dell'Europa, quella che afferma la vita attraverso la morte», ha detto Giovanni Paolo II. Un messaggio più che mai attuale a vent'anni dal suo martirio.
(Avvenire) 20 anni fa il maritirio di don Jerzy

lunedì 11 ottobre 2010

LA RAGIONE SMARRITA
Sono tante le cose che non comprendo
di questa guerra
e così poche quelle che afferro.
Una sola mi sembra
abbastanza certa:
ogni guerra
è una guerra.
Ogni guerra
finisce per mangiarsi le sue ragioni
quand'anche fossero le migliori.
E continuo a pensare
che combattere il male
con altro male
non può, alla fine,
essere un bene.

Wim Wenders

Preghiera dello studente
Perchè m'imponi
ciò che sai
se io desidero apprendere
l'ignoto
ed essere fonte
della mia stessa scoperta? ...
Non chiedo la verità,
dammi ciò che è sconosicuto.
Come affrontare il futuro
Senza abbandonare il presente?
Non mi istruire
lasciami vivere
vivendo accanto a me;
Lascia che il nuovo
sia il nuovo
e che il passato
sia la negazione del presente;
lascia che il conosciuto
sia la mia liberazione
non la mia schiavitù ...
Rivelati in modo che
rispetto a te io possa
essere e agire diversamente;
io prenderei di te
il superfluo, non la verità
che uccide e congela;
prenderei la tua ignoranza
per costruire la mia innocenza.
Humberto Maturana

domenica 10 ottobre 2010

Robert  Edwards
Scienziati e Dio, attrazione o repulsione?

Nel mondo in cui viviamo gli scienziati sono sempre più ascoltati. A loro non si chiede soltanto una spiegazione delle scoperte più recenti, ma anche una risposta sui futuri scenari del nostro pianeta, sulle tendenze della società, sulle scelte strategiche da operare. Non è infrequente che nelle interviste a un Nobel per la fisica o per la chimica l’interessato sia chiamato a rispondere a quesiti di bioetica, di sociologia, di religione. Il camice bianco ed una lavagna piena di formule sembrano lo sfondo più adeguato per risposte sempre affidabili ed autorevoli. Non importa che il proprio ambito di studio e di ricerca sia a volte distante dai temi più caldi oggi dibattuti: sono scienziati, e questo garantisce loro di vedere più lontano, di orientare, quali nuovi filosofi, le scelte dell’umanità. Almeno questo è il sentire comune. Così il ruolo dello scienziato viene oggi percepito dalla maggioranza. E se gli scienziati parlano di religione? Allora la cosa si fa interessante e si è disposti, anche in questo importante terreno, a prestare ascolto alle loro conclusioni.
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di Giuseppe Tanzella-Nitti*

Lettura iconografica del Cenacolo di Leonardo nel Refettorio di S.Maria delle Grazie a Milano.

Metto ancora a disposizione degli alunni un interessante articolo di Andrea Lonardo che contribuisce a far chiarezza sull'identità dei personaggi del cenacolo vinciano.  Leggi tutto

lunedì 4 ottobre 2010

Bulgaria/ Migliaia in piazza per ora di religione obbligatoria. 

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Il Nobel per la medicina a Robert Edward
E' andato giù duro il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Ignacio Carrasco de Paula, commentando il Premio Nobel della medicina di cui è stato insignito oggi il "padre" della fecondazione in vitro Robert Edward. "Innanzitutto - afferma mons. Carrasco spiegando la sua opposizione alla nomina del professore a cui pure riconosce alcuni meriti scientifici - senza Edwards non ci sarebbe il mercato degli ovociti con il relativo commercio di milioni di ovociti; secondo, senza Edwards non ci sarebbero in tutto il mondo un gran numero di congelatori pieni di embrioni che nel migliore dei casi sono in attesa di essere trasferiti negli uteri ma che più probabilmente finiranno per essere abbandonati o per morire e questo è un problema la cui responsabilità è neo-premio Nobel".
Infine, sottolinea il presidente della Accademia per la Vita, "senza Edwards non ci sarebbe l'attuale stato confusionale della procreazione assistita con situazioni incomprensibili come figli nati da nonne o mamme in affitto". Con la fecondazione in vitro, "in conclusione - aggiunge mons. Carrasco - direi che Edwards non ha in fondo risolto ilproblema dell'infertilità, che è un problema serio, nè dal punto di vista patologico nè epidemiologio. Insomma non è entrato nel problema, ha trovato una soluzione scavalcando il problema dell'infertilità". "Bisogna aspettare - conclude - che la ricerca dia un'altra soluzione, anche più economica e quindi più accessibile della fecondazione in vitro, che tra l'altro presenta costi ingenti".

http://www.avvenire.it

sabato 2 ottobre 2010

Pubblico per la consultazione degli alunni di 2 B del liceo classico un interessante articolo di Massimo Introvigne, in risposta alle domande riguardanti l'Ultima Cena di Leonardo da Vinci, il Priorato di Sion, il presunto matrimonio tra Gesù e la Maddalenna ....

Il Codice da Vinci: FAQ - Risposta ad alcune domande frequenti

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giovedì 30 settembre 2010

La vita di Gesù

Sono grato al bravissimo collega Luca Paolini per i materiali messi a nostra disposizione!

lunedì 20 settembre 2010

 Albert Einstein

Dio ha creato il male? La risposta di Albert Einstein

GLI SCIENZIATI RISPONDONO A STEPHEN HAWKING
 http://antiuaar.wordpress.com/2010/09/04/creazione-senza-dio-gli-scienziati-rispondono-a-stephen-hawking/

Ragione e fede hanno bisogno l'una dell'altra


Il Papa nella storica Westminster hall del Palazzo del Parlamento, a Londra.

Signor Presidente,
La ringrazio per le parole di benvenuto ...... nel rivolgermi a voi, sono consapevole del privilegio che mi è concesso di parlare al popolo britannico ed ai suoi rappresentanti nella Westminster Hall, ... Permettetemi di manifestare la mia stima per il Parlamento, che da secoli ha sede in questo luogo e che ha avuto un'influenza così profonda sullo sviluppo di forme di governo partecipative nel mondo, specialmente nel Commonwealth e più in generale nei Paesi di lingua inglese. ...
Mentre parlo a voi in questo luogo storico, penso agli innumerevoli uomini e donne che lungo i secoli hanno svolto la loro parte in importanti eventi che hanno avuto luogo tra queste mura e hanno segnato la vita di molte generazioni di britannici e di altri popoli. In particolare, vorrei ricordare la figura di san Tommaso Moro, il grande studioso e statista inglese, ammirato da credenti e non credenti per l'integrità con cui fu capace di seguire la propria coscienza, anche a costo di dispiacere al sovrano, di cui era "buon servitore", poiché aveva scelto di servire Dio per primo. Il dilemma con cui Tommaso Moro si confrontava, in quei tempi difficili, la perenne questione del rapporto tra ciò che è dovuto a Cesare e ciò che è dovuto a Dio, mi offre l'opportunità di riflettere brevemente con voi sul giusto posto che il credo religioso mantiene nel processo politico.
La tradizione parlamentare di questo Paese deve molto al senso istintivo di moderazione presente nella Nazione, al desiderio di raggiungere un giusto equilibrio tra le legittime esigenze del potere dello stato e i diritti di coloro che gli sono soggetti. Se da un lato, nella vostra storia, sono stati compiuti a più riprese dei passi decisivi per porre dei limiti all'esercizio del potere, dall'altro le istituzioni politiche della nazione sono state in grado di evolvere all'interno di un notevole grado di stabilità. In tale processo storico, la Gran Bretagna è emersa come una democrazia pluralista, che attribuisce un grande valore alla libertà di espressione, alla libertà di affiliazione politica e al rispetto dello stato di diritto, con un forte senso dei diritti e doveri dei singoli, e dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. La dottrina sociale cattolica, pur formulata in un linguaggio diverso, ha molto in comune con un tale approccio, se si considera la sua fondamentale preoccupazione per la salvaguardia della dignità di ogni singola persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio, e la sua sottolineatura del dovere delle autorità civili di promuovere il bene comune.
E, in verità, le questioni di fondo che furono in gioco nel processo contro Tommaso Moro continuano a presentarsi, in termini sempre nuovi, con il mutare delle condizioni sociali. Ogni generazione, mentre cerca di promuovere il bene comune, deve chiedersi sempre di nuovo:  quali sono le esigenze che i governi possono ragionevolmente imporre ai propri cittadini, e fin dove esse possono estendersi? A quale autorità ci si può appellare per risolvere i dilemmi morali? Queste questioni ci portano direttamente ai fondamenti etici del discorso civile. Se i principi morali che sostengono il processo democratico non si fondano, a loro volta, su nient'altro di più solido che sul consenso sociale, allora la fragilità del processo si mostra in tutta la sua evidenza. Qui si trova la reale sfida per la democrazia.
L'inadeguatezza di soluzioni pragmatiche, di breve termine, ai complessi problemi sociali ed etici è stata messa in tutta evidenza dalla recente crisi finanziaria globale. Vi è un vasto consenso sul fatto che la mancanza di un solido fondamento etico dell'attività economica abbia contribuito a creare la situazione di grave difficoltà nella quale si trovano ora milioni di persone nel mondo. Così come "ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale" (Caritas in veritate, 37), analogamente, nel campo politico, la dimensione morale delle politiche attuate ha conseguenze di vasto raggio, che nessun governo può permettersi di ignorare. Una positiva esemplificazione di ciò si può trovare in una delle conquiste particolarmente rimarchevoli del Parlamento britannico:  l'abolizione del commercio degli schiavi. La campagna che portò a questa legislazione epocale, si basò su principi morali solidi, fondati sulla legge naturale, e ha costituito un contributo alla civilizzazione di cui questa nazione può essere giustamente orgogliosa.
La questione centrale in gioco, dunque, è la seguente:  dove può essere trovato il fondamento etico per le scelte politiche? La tradizione cattolica sostiene che le norme obiettive che governano il retto agire sono accessibili alla ragione, prescindendo dal contenuto della rivelazione. Secondo questa comprensione, il ruolo della religione nel dibattito politico non è tanto quello di fornire tali norme, come se esse non potessero esser conosciute dai non credenti - ancora meno è quello di proporre soluzioni politiche concrete, cosa che è del tutto al di fuori della competenza della religione - bensì piuttosto di aiutare nel purificare e gettare luce sull'applicazione della ragione nella scoperta dei principi morali oggettivi. Questo ruolo "correttivo" della religione nei confronti della ragione, tuttavia, non è sempre bene accolto, in parte poiché delle forme distorte di religione, come il settarismo e il fondamentalismo, possono mostrarsi esse stesse causa di seri problemi sociali. E, a loro volta, queste distorsioni della religione emergono quando viene data una non sufficiente attenzione al ruolo purificatore e strutturante della ragione all'interno della religione. È un processo che funziona nel doppio senso. Senza il correttivo fornito dalla religione, infatti, anche la ragione può cadere preda di distorsioni, come avviene quando essa è manipolata dall'ideologia, o applicata in un modo parziale, che non tiene conto pienamente della dignità della persona umana. Fu questo uso distorto della ragione, in fin dei conti, che diede origine al commercio degli schiavi e poi a molti altri mali sociali, non da ultimo le ideologie totalitarie del ventesimo secolo. Per questo vorrei suggerire che il mondo della ragione ed il mondo della fede - il mondo della secolarità razionale e il mondo del credo religioso - hanno bisogno l'uno dell'altro e non dovrebbero avere timore di entrare in un profondo e continuo dialogo, per il bene della nostra civiltà.
La religione, in altre parole, per i legislatori non è un problema da risolvere, ma un fattore che contribuisce in modo vitale al dibattito pubblico nella nazione. In tale contesto, non posso che esprimere la mia preoccupazione di fronte alla crescente marginalizzazione della religione, in particolare del Cristianesimo, che sta prendendo piede in alcuni ambienti, anche in nazioni che attribuiscono alla tolleranza un grande valore. Vi sono alcuni che sostengono che la voce della religione andrebbe messa a tacere, o tutt'al più relegata alla sfera puramente privata. Vi sono alcuni che sostengono che la celebrazione pubblica di festività come il Natale andrebbe scoraggiata, secondo la discutibile convinzione che essa potrebbe in qualche modo offendere coloro che appartengono ad altre religioni o a nessuna. E vi sono altri ancora che - paradossalmente con lo scopo di eliminare le discriminazioni - ritengono che i cristiani che rivestono cariche pubbliche dovrebbero, in determinati casi, agire contro la propria coscienza. Questi sono segni preoccupanti dell'incapacità di tenere nel giusto conto non solo i diritti dei credenti alla libertà di coscienza e di religione, ma anche il ruolo legittimo della religione nella sfera pubblica. Vorrei pertanto invitare tutti voi, ciascuno nelle rispettive sfere di influenza, a cercare vie per promuovere ed incoraggiare il dialogo tra fede e ragione ad ogni livello della vita nazionale.
La vostra disponibilità in questo senso si è già manifestata nell'invito senza precedenti che mi avete rivolto oggi, e trova espressione in quei settori di interesse nei quali il vostro Governo si è impegnato insieme alla Santa Sede. Nel campo della pace, vi sono stati degli scambi circa l'elaborazione di un trattato internazionale sul commercio di armi; circa i diritti umani, la Santa Sede ed il Regno Unito hanno visto positivamente il diffondersi della democrazia, specialmente negli ultimi 65 anni; nel campo dello sviluppo, vi è stata collaborazione nella remissione del debito, nel commercio equo e nel finanziamento allo sviluppo, in particolare attraverso la "International Finance Facility", l'"International Immunization Bond" e l'"Advanced Market Commitment". La Santa Sede è inoltre desiderosa di ricercare, con il Regno Unito, nuove strade per promuovere la responsabilità ambientale, a beneficio di tutti.
Noto inoltre che l'attuale Governo si è impegnato a devolvere entro il 2013 lo 0,7 per cento del Reddito nazionale in favore degli aiuti allo sviluppo. È stato incoraggiante, negli ultimi anni, notare i segni positivi di una crescita della solidarietà verso i poveri che riguarda tutto il mondo. Ma per tradurre questa solidarietà in azione effettiva c'è bisogno di idee nuove, che migliorino le condizioni di vita in aree importanti quali la produzione del cibo, la pulizia dell'acqua, la creazione di posti di lavoro, la formazione, l'aiuto alle famiglie, specialmente dei migranti, e i servizi sanitari di base. Quando è in gioco la vita umana, il tempo si fa sempre breve:  in verità, il mondo è stato testimone delle vaste risorse che i governi sono in grado di raccogliere per salvare istituzioni finanziarie ritenute "troppo grandi per fallire". Certamente lo sviluppo integrale dei popoli della terra non è meno importante:  è un'impresa degna dell'attenzione del mondo, veramente "troppo grande per fallire".
Questo sguardo generale alla cooperazione recente tra Regno Unito e Santa Sede mostra bene quanto progresso sia stato fatto negli anni trascorsi dallo stabilimento di relazioni diplomatiche bilaterali, in favore della promozione nel mondo dei molti valori di fondo che condividiamo. Spero e prego che questa relazione continuerà a portare frutto e che si rifletterà in una crescente accettazione della necessità di dialogo e rispetto, a tutti i livelli della società, tra il mondo della ragione ed il mondo della fede. Sono certo che anche in questo Paese vi sono molti campi in cui la Chiesa e le pubbliche autorità possono lavorare insieme per il bene dei cittadini, in armonia con la storica pratica di questo Parlamento di invocare la guida dello Spirito su quanti cercano di migliorare le condizioni di vita di tutto il genere umano. Affinché questa cooperazione sia possibile, le istituzioni religiose, comprese quelle legate alla Chiesa cattolica, devono essere libere di agire in accordo con i propri principi e le proprie specifiche convinzioni, basate sulla fede e sull'insegnamento ufficiale della Chiesa. In questo modo potranno essere garantiti quei diritti fondamentali, quali la libertà religiosa, la libertà di coscienza e la libertà di associazione. Gli angeli che ci guardano dalla magnifica volta di questa antica Sala ci ricordano la lunga tradizione da cui il Parlamento britannico si è sviluppato. Essi ci ricordano che Dio vigila costantemente su di noi, per guidarci e proteggerci. Ed essi ci chiamano a riconoscere il contributo vitale che il credo religioso ha reso e può continuare a rendere alla vita della nazione.
Signor Presidente, La ringrazio ancora per questa opportunità di rivolgermi brevemente a questo distinto uditorio. Mi permetta di assicurare a Lei e al Signor Presidente della Camera dei Lords i miei auguri e la mia costante preghiera per Voi e per il fruttuoso lavoro di entrambe le Camere di questo antico Parlamento. Grazie, e Dio vi benedica tutti!
(©L'Osservatore Romano - 19 settembre 2010) 
http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/index.html

domenica 12 settembre 2010

1. Amo insegnare. Amo apprendere. Per questo motivo sono un insegnante.
2. Insegnerò per favorire in ogni modo possibile la meraviglia per il mondo che è innata nei miei alunni. Insegnerò per essere superato da loro. Il giorno in cui non ci riuscirò più cederò il mio posto ad uno di loro.
3. Insegnerò mediante la dimostrazione e l'esempio, il riconoscimento dei miei errori illuminerà il mio percorso.
4. Accompagnerò i miei alunni alla scoperta della realtà che li circonda, assecondando e stimolando in ognuno di loro la curiosità e la ricerca, le domande e la passione.
5. Non potendo trasmettere ai miei studenti la verità, mi adoprerò affinché vivano cercandola.
6. Incoraggerò nei miei studenti l’impegno e la volontà di migliorarsi costantemente e di non rassegnarsi mai di fronte alle difficoltà. Io stesso provvederò a formarmi e aggiornarmi continuamente.
7. Farò in modo che la scuola sia il mondo, e non un carcere.
8. Non trasmetterò ai miei studenti saperi rigidi e preconfezionati. La mia visione del mondo mi guiderà, ma non sarà mai legge per loro. Il dubbio e la critica saranno i pilastri della mia azione educativa.
9. Promuoverò lo studio per la vita e contrasterò lo studio per il voto.
10. Raccoglierò elementi di valutazione, rifiutando approcci semplicistici e meccanici che non tengano conto delle situazioni di partenza, dei progressi, dell’impegno e della crescita complessiva del singolo alunno.
11. Lotterò affinchè la scuola sia la scuola di tutti, la scuola in cui ogni studente possa apprendere seguendo tempi e tragitti individuali. Farò in modo che i miei studenti mi scelgano e non mi subiscano.
12. Aiuterò i miei alunni a illuminare il futuro leggendo il passato e vivendo in pienezza il presente. Li aiuterò a stare nel mondo così com'è, ma non a subirlo lasciandolo così com'è.
13. Resterò fedele a questi punti in ogni momento della mia azione educativa, pronto ad affrontare e superare tutti gli ostacoli formali e burocratici che si presenteranno sulla mia strada.
da: http://www.manifestoinsegnanti.it/
CULTURA E CONTROCULTURA: un'occhiata sulla società italiana
Giovanni Reale: "... i tre mali supremi che colpiscono la gioventù indicati da Platone sono identici a quelli di oggi: lui parlava di forme di ebbrezza, di eccesso dell’amore sessuale e di melancolia: che corrisponde alla depressione, il male oggi più diffuso". Leggere l'intervista 

martedì 7 settembre 2010

Scuola: bocciata su Web da 2 studenti su 3

Indagine su Internet, ragazzi vorrebbero prof piu' giovani e new media

fonte: http://www.ansa.it/web/notizie

lunedì 6 settembre 2010

domenica 5 settembre 2010

L'universo e il Dio inutile

Un'inversione di tendenza nell'ultimo libro di Stephen Hawking "The Grand Design"

L'interessante commento di "Sperare per tutti"

"...Allo sguardo di fede non interessa entrare in concorrenza con la scienza per proporre spiegazioni alternative. Accetta l'universo con le sue leggi, così come lo descrivono i modelli cosmologici accreditati dal dibattito scientifico. La legge di gravità, l'equazione di Einstein, l'evoluzione sono dati di fatto per il cristiano, come per il musulmano o l'ateo. Il credente, oltre a questi fenomeni, vede nell'universo anche una Presenza che è Amore, ma anche Ragione, la quale sta all'origine, alla radice di essi..." Leggi

mercoledì 1 settembre 2010

Imperia: due ragazzi dell'Ipsia rimandati a settembre in Religione. Oggi hanno sostenuto l'esame


"Franco Battiato in una sua famosa canzone considerava l’ora di religione (e anche quella di ginnastica) presso l’istituto magistrale da lui frequentato un momento per fare le serenate alle proprie compagne.   Era l’ inizio degli anni Ottanta e i due quindicenni che stamattina (caso più unico che raro) hanno sostenuto l’esame di riparazione nella materia  religione non erano neppure nati. I due giovanissimi per la verità non frequentano nemmeno le magistrali ma l’Ipsia “Marconi” del capoluogo (1° B meccanici) e durante le lezioni non si prodigavano in serenate alle loro compagne di scuola, ma, semplicemente, facevano ammattire il docente di religione, il professor Gianluigi Gemma (foto sopra). Morale della favola, come si diceva una volta, sono stati “rimandati” a settembre con tanto di esame di riparazione da sostenere oggi . Jacopo Damonte vicepreside ... si dimostra inflessibile nel commentare la circostanza:“La scuola ha posto regole ben precise in merito. C’è la possibilità di non seguire le lezioni di religione cattolica, ma una volta che si è deciso di frequentarle è una materia come tutte le altre. Bisogna rispettare gli orari, stare attenti e applicarsi, altrimenti scattano le sanzioni come è accaduto in questo caso. Il professore ha esercitato il suo diritto di dare loro una insufficienza e il consiglio di classe ha deciso di rimandarli”. “Non voglio spingermi a dire – prosegue Damonte – che si sia trattato di un atto di coraggio da parte del docente, però è anche vero che questo non è il modo migliore per accattivarsi le simpatie dei ragazzi. Sicuramente i due che sono stati rimandati non la sceglieranno più il prossimo anno come altri appena si spargerà la voce e le sue ore, quindi, rischiano di assottigliarsi pericolosamente”. All’Ipsia di Imperia, infatti, dove è alta la percentuale di studenti extracomunitari di religiosa islamica, solo circa il 30% dei nuovi iscritti sceglie di seguire il corso di religione. “I non frequentanti – conclude Damonte – sono obbligati comunque a partecipare a lezioni alternative, ma chi opta per religione deve tenere un comportamento corretto nei confronti del docente, ma anche, e parlo da uomo di sinistra, verso i contenuti della materia, che sono più attuali che mai, dati i conflitti religiosi che stanno sconvolgendo di questi tempi il mondo intero”.

Gianluigi Gemma è professore di religione dal 1992 e da quattro anni insegna all’Ipsia di Imperia.
 
"...Professore le pare bello aver obbligato due ragazzi a passare l’estate sui libri di religione?" 
"Beh – risponde Gemma - hanno dovuto portare il programma, le religioni monoteiste, politeiste, Abramo, Mosè, l’inizio della storia biblica fino alla conquista del Regno”.
"Come mai si è dovuti arrivare a questa decisone estrema, mi permetta, un cattolico non dovrebbe… perdonare?"
“In quella classe solo una dozzina di ragazzi avevano scelto a inizio anno di fare religione e quando se ne sono accorti, forse pentiti, hanno pensato bene di fare il possibile per boicottare le lezioni. Con quasi tutti poi si è arrivati ad un compromesso, ma con i due ragazzi che sono stati rimandati no, e, quindi, su mia proposta, il consiglio di classe ha votato per rimandarli a settembre. Diciamo che abbiamo usato finchè abbiamo potuto la carota, poi abbiamo adottato il bastone”....
Fonte: http://www.sanremonews.it/2010/08/31

domenica 29 agosto 2010

La Costituzione dimezzata

La Costituzione dimezzata 24/08/2010 | Berlusconi ha detto chiaro e tondo che nel cammino verso le elezioni anticipate – qualora il piano dei “cinque punti” non riceva rapidamente la fiducia del Parlamento – non si farà incantare da nessuno, tantomeno dai “formalismi costituzionali”.....
fonte: "Famiglia Cristiana" n.35

mercoledì 18 agosto 2010

Padre Pedro : una vita al servizio dei poveri

 

 Quando meno e da chi meno te l'aspetti!
'E proprio così. In una caldissima mattinata di agosto scopro questo personaggio straordinario grazie ad un amico emigrato in quella parte dell'Africa.                                                                                                      

Lo propongo all'attenzione dei lettori perchè scuota la loro coscienza, come ha scosso la mia.

"...Bambini che rovistano tra i rifiuti di un'immensa discarica da cui perfino gli animali si tengono lontano, tale è il fetore che ne emana: questo è lo spettacolo che si presenta agli occhi di Padre Pedro quando, nel 1989, arriva a Antananarivo, la capitale del Madagascar..."Leggi

Sull’argomento si può leggere:
• Padre Pedro, Autobiografia di un ribelle. Ed. Paoline 2008, 16 euro 

giovedì 5 agosto 2010

 
Possa Dio benedirti e proteggerti sempre
Possano tutti i tuoi desideri diventare realtà
Possa tu sempre fare qualcosa per gli altri
E lasciare che gli altri facciano qualcosa per te
Possa tu costruire una scala verso le stelle
E salirne ogni gradino
Possa tu restare per sempre giovane
Per sempre giovane per sempre giovane
Possa tu restare per sempre giovane

Possa tu crescere per essere giusto
Possa tu crescere per essere sincero
Possa tu conoscere sempre la verità
E vedere le luci che ti circondano
Possa tu essere sempre coraggioso
Stare eretto e forte
E possa tu restare per sempre giovane
Per sempre giovane per sempre giovane
Possa tu restare per sempre giovane

Possano le tue mani essere sempre occupate
Possa il tuo piede essere sempre svelto
Possa tu avere delle forti fondamenta
Quando i venti del cambiamento soffiano
Possa il tuo cuore essere sempre gioioso
Possa la tua canzone essere sempre cantata
Possa tu restare per sempre giovane
Per sempre giovane per sempre giovane
Possa tu restare per sempre giovane

La morale "fai da te"


"... Il disastro etico è sotto gli occhi di tutti. Quel che stupisce è la rassegnazione generale. La mancata indignazione della gente comune. Un sintomo da non trascurare. Vuol dire che il male non riguarda solo il ceto politico. Ha tracimato, colpendo l’intera società. Prevale la “morale fai da te”: è bene solo quello che conviene a me, al mio gruppo, ai miei affiliati. Il “bene comune” è uscito di scena, espressione ormai desueta. La stessa verità oggettiva è piegata a criteri di utilità, interessi e convenienza... "
Fonte: Famiglia Cristiana

domenica 1 agosto 2010

ASSISI, 2 agosto

LA FESTA DEL PERDONO 

La festa risale al 1216, quando Papa Onorio III concesse a Francesco l’Indulgenza plenaria per tutti coloro che avrebbero visitato la Porziuncola – dove il Santo viveva in povertà, fondò l'Ordine francescano e inviò i frati come missionari di pace in tutta la terra – nel giorno del 2 agosto.... continua
fonte: Zenit

Caterina – Diario di un padre nella tempesta

Questo è il testo che compare nella terza di copertina del libro:
“Cosa provano una madre o un padre di fronte a una figlia distesa su un letto, immobile, nell’impotenza di svegliarla, non si può dire. L’angoscia e la paura di quello che potrebbe essere non hanno limiti e bisogna subito rifugiarsi nel presente e nell’implorazione alla nostra buona Madre, che può tutto e che ci ama.”... Continua
fonte: http://www.zenit.org

Normativa IRC

venerdì 16 luglio 2010


Otto milioni di poveri in Italia. Le Acli: aiutare di più la famiglia

In Italia le famiglie povere sono 2 milioni e 657 mila, il 10,8% del totale. Complessivamente, sono 7 milioni e 810 mila le persone indigenti, il 13,1% dell'intera popolazione. CONTINUA

mercoledì 30 giugno 2010

Si può salvare la scuola italiana?

".... Alla domanda se si possa salvare la scuola italiana, riportandola ad un accettabile livello medio europeo, la risposta è: in concreto, no. È troppo difficile rinunciare a tutti i vantaggi accumulati. Nel corso degli anni si è stabilito:
1)    che non si può interrogare di lunedì, perché la domenica deve essere spensierata. Ed anche il sabato pomeriggio;
2)     non si può essere rimandati a settembre perché l’estate è consacrata ai divertimenti e non bisogna interferire con le vacanze dei genitori;
3)     se i ragazzi non studiano, bisogna punire i professori, costringendoli a tenere (brevi e del tutto inutili) corsi di ricupero. Corsi che alcuni professori schivano promuovendo tutti;
4)     gli alunni non possono essere rimproverati duramente dai professori, né per il comportamento né per il profitto, diversamente i genitori si precipitano a scuola a chiedere la testa dell’impudente professore. “Il ragazzo potrebbe rimanere traumatizzato”;
5)     gli alunni non possono sentirsi dire sul muso, e pubblicamente, che sono insufficienti in una materia. Per questo, niente voti pubblici sul tabellone: a questo punto sono viziati e fragili;
6)     prima, ante Christum natum, alla maturità si facevano esami scritti su tutte le materie che comportavano lo scritto, agli orali si rispondeva su tutte le materie e il programma era quello di tutti e tre gli ultimi anni. I “maturati” rivivevano l’esame, come incubo, per i successi due o tre decenni. Poi l’esame si è svolto con due soli scritti e soltanto quattro materie orali - di cui due a scelta del candidato - rispondendo solo sul programma dell’ultimo anno;
7)     per evitare che i ragazzi non siano in grado di superare con un salto questa crudele asticella posta a trenta centimetri dal suolo, le materie sono annunciate in aprile. Così anche i somari possono preparare qualcosa, per l’immancabile benedizione di giugno;
8)     ci si è pure accorti che i voti sono brutali e sommari. Dunque, anche nella Media Inferiore, si sono introdotti complicati ed esoterici giudizi, capaci di degradare il comportamento di Caligola a innocenti ragazzate. Al riguardo ecco un esempio significativo.
In quinta liceo scientifico mi arrivò un alunno pensoso e gentile ma di un’ignoranza totale. Quando lo interrogavo diceva solo “impreparato” e anzi presto prese l’abitudine di chiedere d’uscire appena arrivavo. Io gli accordavo il permesso alzandomi cerimoniosamente e dicendogli con un inchino:  “Mais je vous en prie, Monsieur, je vous en prie!” (Ma la prego, ma la prego! ). A fine anno, scrissi testualmente nel giudizio: “Giunto quest’anno nella sezione D, questo alunno ha dimostrato un totale disinteresse per la mia materia. Ignoro la sua preparazione tanto in lingua quanto in letteratura francese, perché in tutto l’anno ha saputo dirmi una sola parola: ‘impreparato’. E l’ha detta in italiano”.
Naturalmente fu ammesso agli esami di maturità. E per evitare lo scandalo presso i compagni il collega di matematica, membro interno, dovette anzi battersi perché la commissione (di sinistra) non gli desse il massimo dei voti.
Erano i mitici Anni Settanta e gli alunni di quel tempo oggi siedono in cattedra. Risalire da questo mondo al livello di una scuola seria sembra più difficile che scalare il Cervino in inverno, scalzi, e portandosi la suocera sulle spalle".
Gianni Pardo in Il legno storto
padre Camillo de Piaz
Camillo DE PIAZ è nato a Madonna di Tirano (Tirano, SO)  il 24 febbraio 1918. Frate dei Servi di Maria dal 1934, ordinato sacerdote nel 1941 viene destinato al convento milanese del suo Ordine di San Carlo al Corso, insieme al confratello David Maria Turoldo in vista della loro iscrizione all'Università Cattolica del Sacro Cuore (De Piaz, Lettere Moderne; Turoldo, Filosofia).
Nella condizione di frati e di studenti partecipano attivamente alla Resistenza, esperienza che segnerà profondamente la loro vita e motiverà il loro costante impegno democratico. Nel dopoguerra, con un gruppo di amici intellettuali, fondano presso il convento di San Carlo la Corsia dei Servi della quale animeranno per anni l'attività culturale (conferenze, editoria, cineforum, mostre) attorno alla omonima libreria che diverrà un punto di riferimento del mondo culturale cattolico e non, soprattutto durante il Concilio Ecumenico Vaticano II. ... E' morto a Sondrio il 31 gennaio 2010.

mercoledì 9 giugno 2010

Il tenore Andrea Bocelli parla di una giovane donna a cui i medici le avevano consigliato di abortire.
"Quando avrai perso la testa, come l’ho persa io, dietro poche decine di creature, troverai Dio come un premio".

Da Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana

lunedì 7 giugno 2010

QUANDO LA TEOLOGIA SI FA ASSALIRE DALLA REALTA'
La parola “transustanziazione” è quasi scomparsa dal vocabolario cristiano. Eppure c’è una festa cattolica, quella del “Corpus Domini” di pochi giorni fa, che nasce proprio da lì, dalle controversie attorno alla “presenza reale” di Gesù nel pane e nel vino eucaristici, dai dubbi di un sacerdote boemo mentre celebrava la messa a Bolsena, dal miracolo che l’ha riportato alla fede, da quell’altro miracolo che fu il duomo di Orvieto costruito per custodire il corporale insanguinato dall’ostia.
Francesco Arzillo, magistrato amministrativo di Roma molto ferrato in filosofia e teologia, ci invia questa sua riflessione sul concetto di “sostanza” applicato all’eucaristia:
LA “SOSTANZA” DEL MISTERO continua
in http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/

martedì 25 maggio 2010

LA CELLULA "ARTIFICIALE"

Colombo: «È un cambio di paradigma inquietante»

il biologo


«Non più conoscere e sfruttare la natura, ma il tentativo di costruirla. Ancora ignote le applicazioni e i possibili problemi di biosicurezza»

«Siamo di fronte a un nuovo paradigma della biologia, che non si limita a conosce­re o a sfruttare la natura, ma che passa alla logica della manipolazione totale per essere padrona di una vita costruita dall’uomo in modo artificiale». Don Ro­berto Colombo, docente di neurobiolo­gie e genetica all’Università Cattolica e membro del Comitato nazionale per la bioetica, non fatica a riconoscere la sin­golarità dell’esperimento realizzato dal­l’équipe di Craig Venter, ma pone alcu­ni interrogativi sui possibili sviluppi di questa tecnologia: «Da un lato va ricor­dato che è ancora lunga la strada per produrre cellule più complesse di quel­la del batterio, dall’altro che i possibili utilizzi di questi nuovi organismi pon­gono nuovi problemi di biosicurezza».

In che misura la scoperta di Venter è «vi­ta
artificiale»?

I batteri sono organismi unicellulari che si formano per divisione di una cellula preesistente: si generano come cloni, non attraverso la riproduzione sessuata propria degli organismi più complessi, che possiedono una maggiore varietà per le combinazioni dei geni dei genito­ri.

Il gruppo di Venter ha sostituito il ge­noma originale di una cellula batterica con uno sintetico, costruito assemblan­do sequenze di cromosomi diversi. E la nuova «macchina» sembra funzionare, nel senso che si è mostrata in grado di dividersi e quindi di riprodursi. La «sca­tola » è la membrana del Mycoplasma (batterio parassita di minime dimensio­ni), in cui è stato sostituito completa­mente il «motore» molecolare.

Gli obiettivi di questa attività riguarda­no la ricerca di base o le applicazioni pratiche? E quali?


Da un punto di vista teorico può essere interessante creare modelli cellulari semplici per individuare le condizioni minime, indispensabili per la sussisten­za della vita. Dal punto di vista applica­tivo, si parla di creare «macchine biolo­giche » che possono avere compiti par­ticolari: per esempio, «cellule spazzine» in grado di trasformare agenti inquinanti in materiali biodegradabili. Oppure pro­durre materiali biologici con caratteri­stiche diverse da quelle naturali. Mentre l’ingegneria genetica fa produrre pro­teine composte solo dai venti ammi­noacidi noti, ora si può immaginare di dare forma a proteine con proprietà di­verse e preordinate a funzioni partico­lari.

Con le cellule spazzine, per esempio, potrebbero sorgere problemi di biosi­curezza analoghi a quelli che qualcuno paventa per gli Ogm?


Questo resta un interrogativo aperto. Non si tratta infatti di organismi modi­ficati solo in una loro proprietà, come gli Ogm, ma del tutto nuovi. Non si può prevedere come si comporterebbero nell’ambiente, né se, fondendosi con batteri naturali, potrebbero causare dan­ni ecologici e pericoli per la salute del­l’uomo.

Sono stati già ipotizzati sviluppi più am­biziosi, su cellule di organismi superio­ri. È vicino questo traguardo?


Direi di no. Con la biologia sintetica si punta alla progettazione di «processi biosintetici» nuovi per una cellula per farle produrre quello che si vuole. Ma la strada è ancora lunga. E a maggior ra­gione è lontano il pensare di agire su u­na cellula eucariote (come quella del­l’uomo, degli animali o dei vegetali), ben più complessa di quella di un batterio (cellula procariote).

Si è parlato spesso in questi anni del «giocare a fare Dio». Questa scoperta è un passo in questa direzione?


Sicuramente assistiamo a una sorta di scivolamento nella concezione della bio­logia.

Il paradigma culturale che è già passato da quello della conoscenza dei fenomeni della natura a quello dello sfruttamento della natura attraverso le biotecnologie che lavorano sulle pro­prietà degli organismi esistenti, si orienta ora verso una manipolazione totale, o­biettivo della biologia sintetica. Si pro­ducono organismi viventi inediti, utiliz­zando patrimoni informazionali co­struiti al computer, dando il via a forme di vita prima non esistenti. È un para­digma nuovo, un po’ inquietante. Quan­to al significato che tutto questo ha per la comprensione del «fenomeno vita», è già noto da tempo che i processi biolo­gici sono regolati dal Dna. Affermare in­vece che non esiste nulla oltre la chimi­ca e la biologia, mi pare una afferma­zione presuntuosa e non scientifica.
Enrico Negrotti 
Fonte: AVVENIRE 22/05/2010