sabato 22 agosto 2009



Progetto interdisciplinare su San Paolo

I seguenti lavori sono stati realizzati dagli alunni di quinta ginnasio ed esposti al Vescovo Mons. Felice di Molfetta il 4 aprile 2009, al termine di una lunga ricerca interdisciplinare.
I Viaggi
San Paolo e il mondo classico
Tratti della vita
San Paolo nell'arte
Teologia paolina
«Pari dignità» ai prof di religione

Dopo le polemiche sulla sentenza del Tar in materia di insegnamento della religione cattolica a scuola, arriva il regolamento del ministero della Pubblica istruzione che rende omogenea la valutazione in base alle leggi vigenti. E che dà il loro giusto posto ai docenti di religione. Leggi
Avvenire 21/08/2009

venerdì 21 agosto 2009


Gli stranieri? Non sono ladri di lavoro
Un rapporto della Banca d'Italia smonta una delle tesi su cui si regge "l'ideologia padana": gli stranieri non rubano il lavoro agli italiani. Anzi: l'ondata migratoria ha aumentato le possibilità di lavoro degli italiani, oltre a sostenere la crescita demografica e il sistema previdenziale. Leggi

LA SHOAH DEI NOSTRI TEMPI

"L'Occidente a occhi chiusi" non ha voluto vedere il barcone degli eritrei dispersi in mare, come durante il nazismo nessuno vedeva i convogli piombati pieni di ebrei.leggi





sabato 15 agosto 2009


Il valore culturale dell'insegnamento
della religione cattolica

"... Il valore culturale del cattolicesimo non significa insegnamento dimezzato o di un generico cattolicesimo che non conosca i suoi aspetti caratteristici e individualizzanti, ma conoscenza precisa nella sua interezza, che comprende fonti, contenuti della fede, aspetti di vita, espressioni di culto e quant’altro è necessario per apprenderlo. E il tutto orientato alle finalità scolastiche che sono di conoscenze di quella specifica cultura italiana, e oggi dovremmo dire europea ed occidentale, che non è possibile spiegare e conoscere in tutte le sue forme (letteratura, arte, musica …) senza il cattolicesimo..."http://www.culturacattolica.it/

giovedì 13 agosto 2009


Gelmini: Ricorso al Consiglio di Stato


Roma, 12 agosto 2009
La religione cattolica esprime un patrimonio di storia, di valori e di tradizioni talmente importante che la sua unicità deve essere riconosciuta e tutelata. Una unicità che la scuola, pur nel rispetto di tutte le altre religioni, ha il dovere di riconoscere e valorizzare. I principi cattolici dunque, che sono patrimonio di tutti, vanno difesi da certe forme di laicità intollerante che vorrebbero addirittura impedire la libera scelta degli studenti e delle loro famiglie di seguire l’insegnamento della religione. Per questo ho deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar. Sono fiduciosa che, come è accaduto altre volte in passato, il Consiglio di Stato possa dare ragione al Ministero e all’ordinamento in vigore. In Italia vi è piena libertà di scegliere se frequentare o meno l’insegnamento della religione. Non si comprende perché qualcuno voglia limitare questa libertà. L’ordinanza del Tar infatti determina un ingiusto danno nei confronti di chi sceglie liberamente di seguire il corso. Il Tar del Lazio ha sostenuto che per chi non sceglie l’insegnamento della religione cattolica può configurarsi una situazione di svantaggio. Tale tesi non è condivisibile in quanto l’insegnamento della religione cattolica non costituisce un credito scolastico ma un credito formativo e non incide quindi in maniera diretta sul voto finale. E’ pertanto davvero incomprensibile che solo la religione cattolica non debba contribuire alla valutazione globale dello studente tra tutte le attività che danno luogo a crediti formativi. L’ordinanza del Tar peraltro tende a sminuire il ruolo degli insegnanti di religione cattolica, come se esistessero docenti di serie a e di serie b. Al contrario ritengo che il ruolo degli insegnanti di religione vada accresciuto e valorizzato. Per questo dal prossimo anno è mia intenzione coinvolgere i docenti di religione cattolica in attività di formazione, secondo gli obiettivi della riforma del primo e del secondo ciclo d’istruzione”.
Fonte: Ufficio stampa MIUR

mercoledì 12 agosto 2009

Cei su sentenza ora di religione
"Parte integrante cultura italiana"

CITTÀ DEL VATICANO - E' fortemente critica la reazione della Chiesa italiana alla sentenza del Tar che esclude l'insegnamento della religione dalla valutazione sul profitto scolastico degli studenti. Sulla questione interviene monsignor Diego Coletti, presidente della Commissione episcopale per l'educazione cattolica, precisando che non sarà la Chiesa a fare ricorso contro la sentenza perché il problema è in primo luogo del ministero dell'Istruzione, in quanto viene messa in discussione una sua direttiva, quindi di mobiliteranno quei settori della società civile che non condividono questa sentenza. Ai microfoni della Radio Vaticana, Coletti ha rilevato come la sentenza risulti particolarmente pretestuosa e ha sottolineato come la scuola, l'università per il quale l'insegnamento della religione cattolica è parte integrante della conoscenza della cultura italiana, e in questo senso va intesa nel sistema scolastico italiano, non come percorso confessionale individuale. "Non si tratta di un insegnamento che va a sostenere scelte religiose individuali: ma di una componente importante di conoscenza della cultura di questo Paese, con buona pace degli irriducibili laicisti e purtroppo dobbiamo dire con buona pace anche dei nostri fratelli nella fede di altre confessioni cristiane".
Fonte: la Repubblica (12 agosto 2009)

mercoledì 5 agosto 2009


Intervista a Beatrice Borromeo
"...I ragazzi della mia età sanno ... che far parte della classe dirigente italiana significa delinquere senza pagarne il prezzo. Che è inutile studiare, tanto sarai sempre scavalcato da qualcuno che probabilmente è meno bravo di te. Vivono una frustrazione dopo l’altra, senza avere un Obama che galvanizza tutte queste forze. Questa rabbia, che non ha uno sbocco costruttivo, finisce per essere solo delusione. Quella Noemi, che incarna la generazione del Grande Fratello, dice, io voglio fare o la show girl oppure la politica. Perché ormai sono la stessa cosa. Perché quando Mara Carfagna viene messa al ministero delle Pari opportunità, la gente poi si convince che basta fare televisione e un calendario nuda per avere un ministero ... Se magari ti fai di coca perché non hai voglia di pensare. Non è giusto, non è bello, non è accettabile, ma non è colpa loro. Non puoi aspettarti dalle persone che siano tutti straordinariamente forti, che abbiano delle utopie così grandi da dirsi: io faccio qualunque cosa!"
Fonte: Corriere della sera 05/08/09

sabato 1 agosto 2009

No, Vasco, qui non si può solo perdere, solo piangere, solo accontentarsi ...!