giovedì 30 settembre 2010

La vita di Gesù

Sono grato al bravissimo collega Luca Paolini per i materiali messi a nostra disposizione!

lunedì 20 settembre 2010

 Albert Einstein

Dio ha creato il male? La risposta di Albert Einstein

GLI SCIENZIATI RISPONDONO A STEPHEN HAWKING
 http://antiuaar.wordpress.com/2010/09/04/creazione-senza-dio-gli-scienziati-rispondono-a-stephen-hawking/

Ragione e fede hanno bisogno l'una dell'altra


Il Papa nella storica Westminster hall del Palazzo del Parlamento, a Londra.

Signor Presidente,
La ringrazio per le parole di benvenuto ...... nel rivolgermi a voi, sono consapevole del privilegio che mi è concesso di parlare al popolo britannico ed ai suoi rappresentanti nella Westminster Hall, ... Permettetemi di manifestare la mia stima per il Parlamento, che da secoli ha sede in questo luogo e che ha avuto un'influenza così profonda sullo sviluppo di forme di governo partecipative nel mondo, specialmente nel Commonwealth e più in generale nei Paesi di lingua inglese. ...
Mentre parlo a voi in questo luogo storico, penso agli innumerevoli uomini e donne che lungo i secoli hanno svolto la loro parte in importanti eventi che hanno avuto luogo tra queste mura e hanno segnato la vita di molte generazioni di britannici e di altri popoli. In particolare, vorrei ricordare la figura di san Tommaso Moro, il grande studioso e statista inglese, ammirato da credenti e non credenti per l'integrità con cui fu capace di seguire la propria coscienza, anche a costo di dispiacere al sovrano, di cui era "buon servitore", poiché aveva scelto di servire Dio per primo. Il dilemma con cui Tommaso Moro si confrontava, in quei tempi difficili, la perenne questione del rapporto tra ciò che è dovuto a Cesare e ciò che è dovuto a Dio, mi offre l'opportunità di riflettere brevemente con voi sul giusto posto che il credo religioso mantiene nel processo politico.
La tradizione parlamentare di questo Paese deve molto al senso istintivo di moderazione presente nella Nazione, al desiderio di raggiungere un giusto equilibrio tra le legittime esigenze del potere dello stato e i diritti di coloro che gli sono soggetti. Se da un lato, nella vostra storia, sono stati compiuti a più riprese dei passi decisivi per porre dei limiti all'esercizio del potere, dall'altro le istituzioni politiche della nazione sono state in grado di evolvere all'interno di un notevole grado di stabilità. In tale processo storico, la Gran Bretagna è emersa come una democrazia pluralista, che attribuisce un grande valore alla libertà di espressione, alla libertà di affiliazione politica e al rispetto dello stato di diritto, con un forte senso dei diritti e doveri dei singoli, e dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. La dottrina sociale cattolica, pur formulata in un linguaggio diverso, ha molto in comune con un tale approccio, se si considera la sua fondamentale preoccupazione per la salvaguardia della dignità di ogni singola persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio, e la sua sottolineatura del dovere delle autorità civili di promuovere il bene comune.
E, in verità, le questioni di fondo che furono in gioco nel processo contro Tommaso Moro continuano a presentarsi, in termini sempre nuovi, con il mutare delle condizioni sociali. Ogni generazione, mentre cerca di promuovere il bene comune, deve chiedersi sempre di nuovo:  quali sono le esigenze che i governi possono ragionevolmente imporre ai propri cittadini, e fin dove esse possono estendersi? A quale autorità ci si può appellare per risolvere i dilemmi morali? Queste questioni ci portano direttamente ai fondamenti etici del discorso civile. Se i principi morali che sostengono il processo democratico non si fondano, a loro volta, su nient'altro di più solido che sul consenso sociale, allora la fragilità del processo si mostra in tutta la sua evidenza. Qui si trova la reale sfida per la democrazia.
L'inadeguatezza di soluzioni pragmatiche, di breve termine, ai complessi problemi sociali ed etici è stata messa in tutta evidenza dalla recente crisi finanziaria globale. Vi è un vasto consenso sul fatto che la mancanza di un solido fondamento etico dell'attività economica abbia contribuito a creare la situazione di grave difficoltà nella quale si trovano ora milioni di persone nel mondo. Così come "ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale" (Caritas in veritate, 37), analogamente, nel campo politico, la dimensione morale delle politiche attuate ha conseguenze di vasto raggio, che nessun governo può permettersi di ignorare. Una positiva esemplificazione di ciò si può trovare in una delle conquiste particolarmente rimarchevoli del Parlamento britannico:  l'abolizione del commercio degli schiavi. La campagna che portò a questa legislazione epocale, si basò su principi morali solidi, fondati sulla legge naturale, e ha costituito un contributo alla civilizzazione di cui questa nazione può essere giustamente orgogliosa.
La questione centrale in gioco, dunque, è la seguente:  dove può essere trovato il fondamento etico per le scelte politiche? La tradizione cattolica sostiene che le norme obiettive che governano il retto agire sono accessibili alla ragione, prescindendo dal contenuto della rivelazione. Secondo questa comprensione, il ruolo della religione nel dibattito politico non è tanto quello di fornire tali norme, come se esse non potessero esser conosciute dai non credenti - ancora meno è quello di proporre soluzioni politiche concrete, cosa che è del tutto al di fuori della competenza della religione - bensì piuttosto di aiutare nel purificare e gettare luce sull'applicazione della ragione nella scoperta dei principi morali oggettivi. Questo ruolo "correttivo" della religione nei confronti della ragione, tuttavia, non è sempre bene accolto, in parte poiché delle forme distorte di religione, come il settarismo e il fondamentalismo, possono mostrarsi esse stesse causa di seri problemi sociali. E, a loro volta, queste distorsioni della religione emergono quando viene data una non sufficiente attenzione al ruolo purificatore e strutturante della ragione all'interno della religione. È un processo che funziona nel doppio senso. Senza il correttivo fornito dalla religione, infatti, anche la ragione può cadere preda di distorsioni, come avviene quando essa è manipolata dall'ideologia, o applicata in un modo parziale, che non tiene conto pienamente della dignità della persona umana. Fu questo uso distorto della ragione, in fin dei conti, che diede origine al commercio degli schiavi e poi a molti altri mali sociali, non da ultimo le ideologie totalitarie del ventesimo secolo. Per questo vorrei suggerire che il mondo della ragione ed il mondo della fede - il mondo della secolarità razionale e il mondo del credo religioso - hanno bisogno l'uno dell'altro e non dovrebbero avere timore di entrare in un profondo e continuo dialogo, per il bene della nostra civiltà.
La religione, in altre parole, per i legislatori non è un problema da risolvere, ma un fattore che contribuisce in modo vitale al dibattito pubblico nella nazione. In tale contesto, non posso che esprimere la mia preoccupazione di fronte alla crescente marginalizzazione della religione, in particolare del Cristianesimo, che sta prendendo piede in alcuni ambienti, anche in nazioni che attribuiscono alla tolleranza un grande valore. Vi sono alcuni che sostengono che la voce della religione andrebbe messa a tacere, o tutt'al più relegata alla sfera puramente privata. Vi sono alcuni che sostengono che la celebrazione pubblica di festività come il Natale andrebbe scoraggiata, secondo la discutibile convinzione che essa potrebbe in qualche modo offendere coloro che appartengono ad altre religioni o a nessuna. E vi sono altri ancora che - paradossalmente con lo scopo di eliminare le discriminazioni - ritengono che i cristiani che rivestono cariche pubbliche dovrebbero, in determinati casi, agire contro la propria coscienza. Questi sono segni preoccupanti dell'incapacità di tenere nel giusto conto non solo i diritti dei credenti alla libertà di coscienza e di religione, ma anche il ruolo legittimo della religione nella sfera pubblica. Vorrei pertanto invitare tutti voi, ciascuno nelle rispettive sfere di influenza, a cercare vie per promuovere ed incoraggiare il dialogo tra fede e ragione ad ogni livello della vita nazionale.
La vostra disponibilità in questo senso si è già manifestata nell'invito senza precedenti che mi avete rivolto oggi, e trova espressione in quei settori di interesse nei quali il vostro Governo si è impegnato insieme alla Santa Sede. Nel campo della pace, vi sono stati degli scambi circa l'elaborazione di un trattato internazionale sul commercio di armi; circa i diritti umani, la Santa Sede ed il Regno Unito hanno visto positivamente il diffondersi della democrazia, specialmente negli ultimi 65 anni; nel campo dello sviluppo, vi è stata collaborazione nella remissione del debito, nel commercio equo e nel finanziamento allo sviluppo, in particolare attraverso la "International Finance Facility", l'"International Immunization Bond" e l'"Advanced Market Commitment". La Santa Sede è inoltre desiderosa di ricercare, con il Regno Unito, nuove strade per promuovere la responsabilità ambientale, a beneficio di tutti.
Noto inoltre che l'attuale Governo si è impegnato a devolvere entro il 2013 lo 0,7 per cento del Reddito nazionale in favore degli aiuti allo sviluppo. È stato incoraggiante, negli ultimi anni, notare i segni positivi di una crescita della solidarietà verso i poveri che riguarda tutto il mondo. Ma per tradurre questa solidarietà in azione effettiva c'è bisogno di idee nuove, che migliorino le condizioni di vita in aree importanti quali la produzione del cibo, la pulizia dell'acqua, la creazione di posti di lavoro, la formazione, l'aiuto alle famiglie, specialmente dei migranti, e i servizi sanitari di base. Quando è in gioco la vita umana, il tempo si fa sempre breve:  in verità, il mondo è stato testimone delle vaste risorse che i governi sono in grado di raccogliere per salvare istituzioni finanziarie ritenute "troppo grandi per fallire". Certamente lo sviluppo integrale dei popoli della terra non è meno importante:  è un'impresa degna dell'attenzione del mondo, veramente "troppo grande per fallire".
Questo sguardo generale alla cooperazione recente tra Regno Unito e Santa Sede mostra bene quanto progresso sia stato fatto negli anni trascorsi dallo stabilimento di relazioni diplomatiche bilaterali, in favore della promozione nel mondo dei molti valori di fondo che condividiamo. Spero e prego che questa relazione continuerà a portare frutto e che si rifletterà in una crescente accettazione della necessità di dialogo e rispetto, a tutti i livelli della società, tra il mondo della ragione ed il mondo della fede. Sono certo che anche in questo Paese vi sono molti campi in cui la Chiesa e le pubbliche autorità possono lavorare insieme per il bene dei cittadini, in armonia con la storica pratica di questo Parlamento di invocare la guida dello Spirito su quanti cercano di migliorare le condizioni di vita di tutto il genere umano. Affinché questa cooperazione sia possibile, le istituzioni religiose, comprese quelle legate alla Chiesa cattolica, devono essere libere di agire in accordo con i propri principi e le proprie specifiche convinzioni, basate sulla fede e sull'insegnamento ufficiale della Chiesa. In questo modo potranno essere garantiti quei diritti fondamentali, quali la libertà religiosa, la libertà di coscienza e la libertà di associazione. Gli angeli che ci guardano dalla magnifica volta di questa antica Sala ci ricordano la lunga tradizione da cui il Parlamento britannico si è sviluppato. Essi ci ricordano che Dio vigila costantemente su di noi, per guidarci e proteggerci. Ed essi ci chiamano a riconoscere il contributo vitale che il credo religioso ha reso e può continuare a rendere alla vita della nazione.
Signor Presidente, La ringrazio ancora per questa opportunità di rivolgermi brevemente a questo distinto uditorio. Mi permetta di assicurare a Lei e al Signor Presidente della Camera dei Lords i miei auguri e la mia costante preghiera per Voi e per il fruttuoso lavoro di entrambe le Camere di questo antico Parlamento. Grazie, e Dio vi benedica tutti!
(©L'Osservatore Romano - 19 settembre 2010) 
http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/index.html

domenica 12 settembre 2010

1. Amo insegnare. Amo apprendere. Per questo motivo sono un insegnante.
2. Insegnerò per favorire in ogni modo possibile la meraviglia per il mondo che è innata nei miei alunni. Insegnerò per essere superato da loro. Il giorno in cui non ci riuscirò più cederò il mio posto ad uno di loro.
3. Insegnerò mediante la dimostrazione e l'esempio, il riconoscimento dei miei errori illuminerà il mio percorso.
4. Accompagnerò i miei alunni alla scoperta della realtà che li circonda, assecondando e stimolando in ognuno di loro la curiosità e la ricerca, le domande e la passione.
5. Non potendo trasmettere ai miei studenti la verità, mi adoprerò affinché vivano cercandola.
6. Incoraggerò nei miei studenti l’impegno e la volontà di migliorarsi costantemente e di non rassegnarsi mai di fronte alle difficoltà. Io stesso provvederò a formarmi e aggiornarmi continuamente.
7. Farò in modo che la scuola sia il mondo, e non un carcere.
8. Non trasmetterò ai miei studenti saperi rigidi e preconfezionati. La mia visione del mondo mi guiderà, ma non sarà mai legge per loro. Il dubbio e la critica saranno i pilastri della mia azione educativa.
9. Promuoverò lo studio per la vita e contrasterò lo studio per il voto.
10. Raccoglierò elementi di valutazione, rifiutando approcci semplicistici e meccanici che non tengano conto delle situazioni di partenza, dei progressi, dell’impegno e della crescita complessiva del singolo alunno.
11. Lotterò affinchè la scuola sia la scuola di tutti, la scuola in cui ogni studente possa apprendere seguendo tempi e tragitti individuali. Farò in modo che i miei studenti mi scelgano e non mi subiscano.
12. Aiuterò i miei alunni a illuminare il futuro leggendo il passato e vivendo in pienezza il presente. Li aiuterò a stare nel mondo così com'è, ma non a subirlo lasciandolo così com'è.
13. Resterò fedele a questi punti in ogni momento della mia azione educativa, pronto ad affrontare e superare tutti gli ostacoli formali e burocratici che si presenteranno sulla mia strada.
da: http://www.manifestoinsegnanti.it/
CULTURA E CONTROCULTURA: un'occhiata sulla società italiana
Giovanni Reale: "... i tre mali supremi che colpiscono la gioventù indicati da Platone sono identici a quelli di oggi: lui parlava di forme di ebbrezza, di eccesso dell’amore sessuale e di melancolia: che corrisponde alla depressione, il male oggi più diffuso". Leggere l'intervista 

martedì 7 settembre 2010

Scuola: bocciata su Web da 2 studenti su 3

Indagine su Internet, ragazzi vorrebbero prof piu' giovani e new media

fonte: http://www.ansa.it/web/notizie

lunedì 6 settembre 2010

domenica 5 settembre 2010

L'universo e il Dio inutile

Un'inversione di tendenza nell'ultimo libro di Stephen Hawking "The Grand Design"

L'interessante commento di "Sperare per tutti"

"...Allo sguardo di fede non interessa entrare in concorrenza con la scienza per proporre spiegazioni alternative. Accetta l'universo con le sue leggi, così come lo descrivono i modelli cosmologici accreditati dal dibattito scientifico. La legge di gravità, l'equazione di Einstein, l'evoluzione sono dati di fatto per il cristiano, come per il musulmano o l'ateo. Il credente, oltre a questi fenomeni, vede nell'universo anche una Presenza che è Amore, ma anche Ragione, la quale sta all'origine, alla radice di essi..." Leggi

mercoledì 1 settembre 2010

Imperia: due ragazzi dell'Ipsia rimandati a settembre in Religione. Oggi hanno sostenuto l'esame


"Franco Battiato in una sua famosa canzone considerava l’ora di religione (e anche quella di ginnastica) presso l’istituto magistrale da lui frequentato un momento per fare le serenate alle proprie compagne.   Era l’ inizio degli anni Ottanta e i due quindicenni che stamattina (caso più unico che raro) hanno sostenuto l’esame di riparazione nella materia  religione non erano neppure nati. I due giovanissimi per la verità non frequentano nemmeno le magistrali ma l’Ipsia “Marconi” del capoluogo (1° B meccanici) e durante le lezioni non si prodigavano in serenate alle loro compagne di scuola, ma, semplicemente, facevano ammattire il docente di religione, il professor Gianluigi Gemma (foto sopra). Morale della favola, come si diceva una volta, sono stati “rimandati” a settembre con tanto di esame di riparazione da sostenere oggi . Jacopo Damonte vicepreside ... si dimostra inflessibile nel commentare la circostanza:“La scuola ha posto regole ben precise in merito. C’è la possibilità di non seguire le lezioni di religione cattolica, ma una volta che si è deciso di frequentarle è una materia come tutte le altre. Bisogna rispettare gli orari, stare attenti e applicarsi, altrimenti scattano le sanzioni come è accaduto in questo caso. Il professore ha esercitato il suo diritto di dare loro una insufficienza e il consiglio di classe ha deciso di rimandarli”. “Non voglio spingermi a dire – prosegue Damonte – che si sia trattato di un atto di coraggio da parte del docente, però è anche vero che questo non è il modo migliore per accattivarsi le simpatie dei ragazzi. Sicuramente i due che sono stati rimandati non la sceglieranno più il prossimo anno come altri appena si spargerà la voce e le sue ore, quindi, rischiano di assottigliarsi pericolosamente”. All’Ipsia di Imperia, infatti, dove è alta la percentuale di studenti extracomunitari di religiosa islamica, solo circa il 30% dei nuovi iscritti sceglie di seguire il corso di religione. “I non frequentanti – conclude Damonte – sono obbligati comunque a partecipare a lezioni alternative, ma chi opta per religione deve tenere un comportamento corretto nei confronti del docente, ma anche, e parlo da uomo di sinistra, verso i contenuti della materia, che sono più attuali che mai, dati i conflitti religiosi che stanno sconvolgendo di questi tempi il mondo intero”.

Gianluigi Gemma è professore di religione dal 1992 e da quattro anni insegna all’Ipsia di Imperia.
 
"...Professore le pare bello aver obbligato due ragazzi a passare l’estate sui libri di religione?" 
"Beh – risponde Gemma - hanno dovuto portare il programma, le religioni monoteiste, politeiste, Abramo, Mosè, l’inizio della storia biblica fino alla conquista del Regno”.
"Come mai si è dovuti arrivare a questa decisone estrema, mi permetta, un cattolico non dovrebbe… perdonare?"
“In quella classe solo una dozzina di ragazzi avevano scelto a inizio anno di fare religione e quando se ne sono accorti, forse pentiti, hanno pensato bene di fare il possibile per boicottare le lezioni. Con quasi tutti poi si è arrivati ad un compromesso, ma con i due ragazzi che sono stati rimandati no, e, quindi, su mia proposta, il consiglio di classe ha votato per rimandarli a settembre. Diciamo che abbiamo usato finchè abbiamo potuto la carota, poi abbiamo adottato il bastone”....
Fonte: http://www.sanremonews.it/2010/08/31