lunedì 23 novembre 2009



DIRITTI NEGATI
 I DRAMMI DELLE «BRUCIATE»

 L’UNICO MODO PER RIBELLARMI A MIO MARITO, CHE SI DROGAVA E MI PICCHIAVA »
Hanan è completamente immobilizzata dalle bende che proteggono quel che resta del suo corpo martoriato. Ma riesce a parlare, a farsi capire. Vuole spiegare i motivi del suo gesto. « « Mi picchiavano, mi umiliavano, continuamente. Non ho trovato altro modo per ribellarmi » . Accanto a lei, Hanifa, 20 anni: « Mi sono sposata a sette anni. Mio marito è un tossicodipendente: ha reso la nostra vita un inferno. Gli ho detto che se non avesse smesso, a me non sarebbe rimasta altra scelta che suicidarmi. Non ha smesso e mi sono data fuoco » .
  «MI SONO SPOSATA A DIECI ANNI.
  LA FAMIGLIA HA INIZIATO A TRATTARMI COME UNA SCHIAVA»

 Distesa sul lettino, avvolta in un camice blu, il viso piccolo che spunta da una grossa cuffia protettiva, Reaza Gul, 11 anni, si tormenta la mano fasciata. È solo una bambina, ma ha già conosciuto il peggio. « Avevo dieci anni quando mi sono sposata – racconta –. E subito sono cominciate le botte. I parenti di mio marito hanno iniziato a trattarmi come una schiava: mi minacciavano e mi picchiavano praticamente tutti i giorni. Non c’era nessuno ad aiutarmi. Ero isolata e non sapevo cosa fare. Non mi è sembrato di aver altra scelta che darmi fuoco per uccidermi » .
  « L’ 80 PER CENTO DELLE AFGHANE SONO ANALFABETE: NON CONOSCONO LE LEGGI CHE LE TUTELANO » .
 « Qui abbiamo avuto nove casi di “ khod- soozi”, la pratica, purtroppo piuttosto diffusa in Afghanistan, per cui le donne si danno fuoco per ribellarsi a una situazione insostenibile » . Mohammad Aref Jalali è il medico che cura i casi di “ self- burning” nell’ospedale di Herat ( ovest del Paese). Si aggira tra i letti dove le pazienti giacciono immobilizzate, avvolte nelle bende. « Quest’anno – racconta – abbiamo potuto registrare una leggera flessione nei casi di “ self­burning” rispetto al 2008: qualche donna, dopo gli infiniti maltrattamenti, ha trovato il coraggio di divorziare. Ma l’ 80 per cento delle afghane sono analfabete e non sanno nemmeno dell’esistenza di leggi che consentono di porre fine alla tortura quotidiana cui sono sottoposte. Disperate, si danno fuoco. Quando diventano vittima di violenza domestica, non hanno alcuna rete di protezione intorno a loro. Non sanno cosa fare. E darsi fuoco sembra loro l’unica soluzione possibile » .Da Avvenire 21/11/09
 




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