giovedì 24 dicembre 2009

Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo

La verità è germogliata dalla terra e la giustizia si è affacciata dal cielo

Svegliati, o uomo: per te Dio si è fatto uomo. «Svegliati, o tu che dormi, destati dai
morti e Cristo ti illuminerà» (Ef 5, 14). Per te, dico, Dio si è fatto uomo. Saresti
morto per sempre, se egli non fosse nato nel tempo. Non avrebbe liberato dal
peccato la tua natura, se non avesse assunto una natura simile a quella del
peccato. Una perpetua miseria ti avrebbe posseduto, se non fosse stata elargita
questa misericordia. Non avresti riavuto la vita, se egli non si fosse incontrato con
la tua stessa morte. Saresti venuto meno, se non ti avesse soccorso. Saresti perito,
se non fosse venuto. Prepariamoci a celebrare in letizia la venuta della nostra
salvezza, della nostra redenzione; a celebrare il giorno di festa in cui il grande ed
eterno giorno venne dal suo grande ed eterno giorno in questo nostro giorno
temporaneo così breve. Egli è diventato per noi giustizia, santificazione e
redenzione perché, come sta scritto, chi si vanta si vanti nel Signore (cfr. 1 Cor 1,
30-31). La verità è germogliata dalla terra (cfr. Sal 84, 12): nasce dalla Vergine
Cristo, che ha detto: Io sono la verità (cfr. Gv 14, 6). E la giustizia si è affacciata
dal cielo (cfr. Sal 84, 12). L'uomo che crede nel Cristo, nato per noi, non riceve la
salvezza da se stesso, ma da Dio. La verità è germogliata dalla terra, perché «il
Verbo si fece carne» (Gv 1, 14). E la giustizia si è affacciata dal cielo, perché «ogni
buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto» (Gc 1, 17). La verità è germogliata
dalla terra: la carne da Maria. E la giustizia si è affacciata dal cielo, perché l'uomo
non può ricevere nulla se non gli è stato dato dal cielo (cfr. 3, 27). «Giustificati per
la fede, noi siamo in pace con Dio» (Rm 5, 1) perché la giustizia e la pace si sono
baciate (cfr. Sal 84, 11) per il nostro Signore Gesù Cristo, perché la verità è
germogliata dalla terra (cfr. Sal 84, 12). Per mezzo di lui abbiamo l'accesso a
questa grazia in cui ci troviamo e di cui ci vantiamo nella speranza della gloria di
Dio (cfr. Rm 5, 2). Non dice della nostra gloria, ma della gloria di Dio, perché la
giustizia non ci venne da noi, ma si è affacciata dal cielo. Perciò colui che si gloria si
glori nel Signore, non in se stesso. Dal cielo, infatti per la nascita del Signore dalla
Vergine... si fece udire l'inno degli angeli: Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace sulla
terra agli uomini di buona volontà (cfr. Lc 2, 14). Come poté venire la pace sulla
terra, se non perché la verità è germogliata dalla terra, cioè Cristo è nato dalla
carne? Egli è la nostra pace, colui che di due popoli ne ha fatto uno solo (cfr. Ef 2,
14) perché fossimo uomini di buona volontà, legati dolcemente dal vincolo
dell'unità. Rallegriamoci dunque di questa grazia perché nostra gloria sia la
testimonianza della buona coscienza. Non ci gloriamo in noi stessi, ma nel Signore.
E' stato detto: «Sei mia gloria e sollevi il mio capo» (Sal 3, 4): e quale grazia di Dio
più grande ha potuto brillare a noi? Avendo un Figlio unigenito, Dio l'ha fatto figlio
dell'uomo, e così viceversa ha reso il figlio dell'uomo figlio di Dio. Cerca il merito, la
causa, la giustizia di questo, e vedi se trovi mai altro che grazia.

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