lunedì 6 aprile 2009

A mani nude tra le macerie, cosi' li ho salvati

dell'inviato Vincenzo Sinapi

TEMPERA (L'AQUILA) - Ha cominciato a scavare a mani nude subito dopo la scossa e la mattina alle 9, con i suoi amici, era ancora lì sopra le case crollate, a cercare di tirare fuori dei corpi. Alla fine Fabiano Ettorre - 30 anni, di Tempera, volontario della Protezione civile - ne ha contati 11: sei morti e cinque ancora vivi. "Me lo sentivo", dice.

Non era andato a dormire, Fabiano Ettorre, e dopo il terremoto avvertito intorno alla mezzanotte dice di aver "sentito" che qualcosa di brutto sarebbe successo. "Mi sono attaccato a internet per vedere quale era la magnitudo e poi sono rimasto lì, vestito, davanti al pc". Alle 3:32 è successo quello che Fabiano temeva. Ha preso in braccio i due figli e, insieme alla moglie, è uscito di casa. "Non ci torneremo presto", dice adesso a uno dei due bambini. Ma non è stato quello il suo primo pensiero. Messa infatti la famiglia al sicuro, ha cominciato a darsi da fare. Fabiano, diversi suoi amici, gli abitanti di Tempera - poche centinaia, si conoscono tutti - si sono riuniti e hanno cominciato a scavare. Hanno continuato per tutta la notte, guardando dovunque, cercando di carpire ogni lamento: e se qualcuno sentiva un bisbiglio, lì cominciavano a scavare. A mani nude, appunto, senza protezioni particolari. Qualcuno, al massimo, indossava un casco da moto. Sono storie di altruismo, di coraggio e di grande pena quelle che questa squadra improvvisata di volontari può raccontare...."

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