RAIMON PANIKKAR
Sacerdote, filosofo, teologo, professore in India, a Madrid, a Roma, ad Harvard..., profondo conoscitore delle religioni che ha vissuto dal di dentro. Ha scritto numerose opere sul dialogo intrareligioso. Si è spento il 27 agosto all'età di 91 anni. 
L’Etica del Dialogo (presentazione)
Primo: l’altro esiste "per" ciascuno di noi. E l’altro è il  musulmano, l’altro è l’emarginato, l’altro è il marito, l’altro è il  bambino, il mondo ecc. Una specie di superamento inconscio del  solipsismo.
Secondo: l’altro esiste come soggetto e non soltanto come oggetto.  Esiste a sé stante e non mi ha chiesto il permesso di esistere. Neanche  la pietra, gli alberi, gli animali. In altre parole: non si possono  trasformare le pietre in pane.
Terzo: l’altro non è oggetto di conquista, di conversione, di studi:  è (s)oggetto con diritti propri, con lo stesso diritto di  interpellarmi, di interrogarmi, che ho io. La relazione è, quindi,  biunivoca: il dialogo è dialogo perché non è monologo. Non è soltanto  domandare, ma lasciarsi anche interpellare. Per questo c’è una necessità  di ascolto, di umiltà, di uguaglianza.
Quarto: anche se io penso che l’altro (e l’altro può essere un  sistema religioso o culturale) sbaglia, devo entrare in contatto con  lui, altrimenti non c’è dialogo e senza dialogo non c’è pace.
Quinto: la disposizione a dialogare è il principio etico supremo. Se  ci si nega al dialogo, si finisce con il divorzio, con la guerra, con  la bancarotta, con il disastro.
Sesto: il dialogo deve essere totale. Come dicono gli inglesi: non  c’è niente di "non-negocial". Tutto deve essere messo sul tappeto,  altrimenti non è dialogo dialogale, non è dialogo umano, è dialogo  diplomatico. Si mira a vincere.
Settimo: l’etica è collegata al politico, dipende dal religioso ed è  frutto di una cultura.
Tutto ciò relativizza l’etica, ma la rende concreta ed efficace.
Ottavo: l’etica scaturisce dal dialogo religioso e allo stesso tempo  ne è la sua causa. È un circolo vitale come tutte le cose ultime.
Nono: nessuno ha il diritto di promulgare un’etica. L’etica non si  promulga. Si scopre. E si scopre nel dialogo.
Inoltre in un contesto mondiale qual è quello di oggi a nessuno  viene riconosciuto il diritto di promulgare un’etica universale ed  assoluta.
Decimo: l’etica contemporanea deve confrontarsi con un "novum" che  non si era mai verificato nella storia: il "novum" di tanta gente che  muore di fame, di sete, di stenti, di violenza. E che attende una  redenzione concreta: non annuncio di principî etici, ma un comportamento  operativamente salvifico, purificato di ogni pretesa messianica".                     
http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/raimonpanikkar/eticacond.htm 

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